Stone Guide - Stone Music https://stonemusic.it Il Portale in cui batte un vero cuore rock Thu, 30 Nov 2023 11:32:06 +0000 it-IT hourly 1 https://i1.wp.com/stonemusic.it/wp-content/uploads/2019/05/cropped-favicon-1.png?fit=32%2C32&ssl=1 Stone Guide - Stone Music https://stonemusic.it 32 32 178453812 Come stampare la maglietta della tua band a meno di 4 euro https://stonemusic.it/18576/stampare-maglietta-4-euro/ https://stonemusic.it/18576/stampare-maglietta-4-euro/#respond Thu, 30 Nov 2023 09:04:45 +0000 http://stonemusic.it/?p=18576 In qualsiasi ambito avere una solida fan base è importante: la maglietta è un gadget irrinunciabile... (soprattutto se vuoi sorprendere i tuoi amici sotto Natale!)

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In qualsiasi ambito avere dei gadget è importante, rende riconoscibili i propri fan e ammiratori e diventa un oggetto feticcio per tutti. Inoltre nell'era di Internet avere dei gadget fisici e "palpabili" è ancora più importante che mai.

Mentre studiate le regole di costruzione di una fan base sui vari social network, vi consigliamo parallelamente di pensare ai gadget da regalare o vendere ai vostri ammiratori. Molti grandi gruppi della storia del rock hanno guadagnato moltissimi soldi dai fan club e dai gadget (un nome per tutti, i Kiss), e dato il precipitare delle vendite di album oggi spesso molti artisti guadagnano più dalla vendita dei gadget che non da quella dei dischi.

Il primo (e irrinunicabile!) gadget da regalare e vendere è sicuramente la maglietta, accessorio indispensabile per un vero rocker che si rispetti, che già al primo sguardo vuole fare capire il suo credo e le verità rivelate della sua esistenza.

L'era di internet aiuta nel riuscire a realizzare stampe di qualità con pochi soldi. A titolo di esempio siamo andati sul sito www.gedshop.it (ma ce ne sono molti altri che hanno circa le stesse caratteristiche e costi, per esempio https://www.burger-print.com): stampare 100 magliette nere (abbiamo scelto 10 Small, 10 Medium, 30 large, 30 XL, 20 XXL) in serigrafia a due colori, con un logo formato A4 (210 × 297 mm), ripiegate e imbustate e con consegna gratuita costa 384 euro Iva compresa, cioè 3 euro e 84 a maglietta. Rivendendole a 7 euro vi rimarranno 416 euro; oppure potete venderne 60 a 7 euro, regalare le rimanenti 40 ai fan più assatanati, e avanzare ancora 36 euro circa.

 

Ricordate sempre che l'immagine deve essere bella; come in tutte le cose, affidarsi a chi è capace è sempre una buona idea. L'immagine deve essere legata e rappresentare bene lo stile della vostra musica: se suonate black metal dovrete avere uno stile diverso da quello di una band di pop sintetico, e così via.

Quando inviate le immagini chiedete prima le specifiche grafiche che dovete rispettare: dimensioni (in mm o pixel) e definizione (dpi, dot per inches, cioè il numero di punti presenti su una linea lunga un pollice (2,54cm) in una immagine; i modelli di colore seguono due sistemi, RGB ( l’acronimo di Red, Green e Blue) un modello detto anche tricromia di tipo additivo per le immagini del web; e il CYMK (acronimo di Cyan, Magenta, Yellow e black, ilnero viene indicato con la lettera K per evitare delle confusioni con l’iniziale del colore Blue) utilizzato per la stampa digitale cartacea ed in maggioranza nel mondo tipografico. È un modello di quadricromia di tipo sottrattivo, e per le stampe dovrete usare questo.

Non ci rimane che augurarvi in bocca al lupo e buon lavoro!

 

 

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Registrare una demo: i 5 consigli fondamentali https://stonemusic.it/17600/demo-consigli/ https://stonemusic.it/17600/demo-consigli/#respond Sat, 14 Oct 2023 10:05:51 +0000 http://stonemusic.it/?p=17600 La demo è una parte fondamentale della carriera di un cantante o di un gruppo, e questi sono i nostri 5 consigli per eseguirla al meglio.

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Dopo tanti anni di studi musicali e mille tentativi finalmente avete formato il vostro gruppo che ha una line up stabile con cui state bene, avete scritto le vostre prime canzoni e adesso è arrivato il momento di registrare il vostro primo demo: ecco cinque consigli per condividere il vostro talento con il mondo e per far venire bene le vostre canzoni.

1) Se avete deciso di registrare in uno studio, andate nello studio migliore che potete permettervi

Sicuramente la qualità dei microfoni, del suono delle sale, del materiale (software, cavi, plug in, etc.) farà suonare il tutto nel migliore dei modi. Fate in modo di parlare prima con chi si occuperà della registrazione, e magari portate con voi qualche disco che vi piace per fare ascoltare i suoni che sperate di ottenere (compatibilmente con le vostra capacità, naturalmente!) e cercate di decidere insieme a lui/lei la direzione che volete fare prendere alle vostre canzoni e i risultati che vi aspettate. Ricordate di definire i dettagli economici per scritto e tenete nota del numero di ore e giorni che avete utilizzato. Chiarite prima (se pagate a forfait) se nell'importo stabilito è compreso anche il mix.

2) Prima di andare in uno studio (o di registrare nel vostro home studio) realizzate dei provini.

Registrate i brani anche solo con uno smartphone per ascoltare se girano bene, se gli arrangiamenti sono funzionali, se le strutture sono le migliori, etc.; il tempo in studio (che sia il votro studio o no) è prezioso, ed è meglio arrivare con le idee più chiare possibili provando molto prima di registrare.

3) Meno è meglio

Meglio registrare un brano solo perfettamente che cinque così così (l'ideale per un demo è che contenga due brani, se ne mettete dieci difficilmente qulcuno li ascolterà); meglio togliere nell'arrangiamento che abbondare troppo in sovraincisioni, che poi magari live saranno impossibili; meglio una canzone più corta di grande impatto che una suite noiosa di 20 minuti.

4) Siate originali 

Non è detto che le soluzioni che adottano altri musicisti siano quelle giuste per voi, anzi, di solito è il contrario; ricordate sempre di essere voi stessi.

5) Fate attenzione ai dettagli

Decidete prima se volete realizzare una registrazione live o multitraccia, a seconda del taglio che volete dare; si tratta di un demo, nessuno si aspetta che sia perfetto, ma la musica deve essere buona. Se volete distribuirla (ai fan così come a eventuali etichette, radio, etc.) conviene avere il demo a disposizione in formato fisico e digitale (potete facilmente caricarlo su sito come bandcamp o soundcloud), e accertatevi che ci siano i vostri recapiti sopra.

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Come suonare la chitarra come Keith Richards dei Rolling Stones https://stonemusic.it/61828/come-suonare-la-chitarra-come-keith-richards-dei-rolling-stones/ https://stonemusic.it/61828/come-suonare-la-chitarra-come-keith-richards-dei-rolling-stones/#respond Fri, 30 Dec 2022 11:00:47 +0000 https://stonemusic.it/?p=61828

Nelle prossime righe, snoccioleremo i segreti dello stile e del sound di uno dei guitar hero più rappresentativi del rock old school: Keith Richards.

Tra genio ed estrema sregolatezza, Keith Richards ha saputo affermarsi come un simbolo della musica rock degli anni d'oro. La sua attitudine trasgressiva e sopra le righe ha contribuito ampiamente all'iconografia del genere, così come la sua chitarra ruggente ha reso iconici i brani di una delle più grandi band di tutti i tempi: gli esuberanti Rolling Stones. In questa guida scopriremo come anche l'approccio di Richards, così come quello dei suoi colleghi nella band più longeva di tutte, sia proprio la semplicità, accompagnata da un tocco creativo unico ed originale che rende, la sua, una delle sei corde più evocative e riconoscibili di tutti i tempi.

Lo stile di Keith Richards in pillole

Iniziamo dicendo che una delle peculiarità dell'approccio di Richards alla sei corde risieda nel fatto che egli sia solere unire linee soliste a sezioni ritmiche. Si tratta di una pratica consueta tra i chitarristi della sua generazione, da lui perpetrata, però, in maniera del tutto personale. Andiamo per gradi, comunque, citando la padronanza dell'accordatura in Open G per replicare il suo stile e le atmosfere sonore che è in grado di costituire.

Questa accordatura prevede la prima e l'ultima corda in Re, la seconda in Sol, la terza in Re, la quarta in Sol e la quinta in Si. Fatto questo, potrete sviluppare i vostri riff partendo dai pattern dei power chord più semplici in primo manico e aggiungendo colore con tecniche come l'hybrid picking. Lo stile di Keith Richards affonda le radici nei grandi del blues e nei pionieri del rock come Chuck Berry. Per questo motivo, non devono mancare incursioni blues, una buona dimestichezza con la pentatonica ed un utilizzo fluido del bottle neck.

Il rig di Keith Richards

Così come per l'approccio che, come avrete avuto modo di notare, si rivela particolarmente spartano per ciò che concerne il playing di Keith Richards, anche il rig si rivela altrettanto semplice. Il leggendario chitarrista dei Rolling Stones adotta un ampio numero di chitarre sul palco, è vero, ma ciò che conta quando si intende emulare il suo stile è conquistare un suono tanto ricco quanto tagliente.

Per questo motivo vediamo Richards imbracciare assiduamente chitarre Fender Telecaster e Gibson Les Paul Junior con pickup singolo P90, ad esempio. A parte i modelli sopracitati, Richards viene spesso immortalato con Gibson Es-335 semiacustiche a cassa stretta, Les Paul a doppio humbucker e Telecaster Custom in configurazione HS. Per gli amplificatori, invece, Richards adotta Fender vintage come il Tweed Harvard ed il Champ, ma non mancano Mesa Boogie Mark I e Fender Twin, oltre alle testate Hiwatt Custom 100 e all'immancabile Vox AC30.

Sono diverse le soluzioni on a budget su cui si può ripiegare in questo caso, principalmente proposte dal marchio Fender nei modelli reissue e nelle accezioni più moderne degli esemplari storici. In questo frangente, è opportuno citare anche il rig acustico di Keith, per lo più composto da chitarre Martin e Gibson come la Hummingbird e la 00-21. Per quanto riguarda gli effetti, infine, la pedaliera di Richards annovera un Ibanez TS9 Tube Screamer, un Phaser MXR e un Fuzz.

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Come suonare la chitarra come Brian May dei Queen https://stonemusic.it/61731/come-suonare-la-chitarra-come-brian-may-dei-queen/ https://stonemusic.it/61731/come-suonare-la-chitarra-come-brian-may-dei-queen/#respond Fri, 16 Dec 2022 09:00:35 +0000 https://stonemusic.it/?p=61731

Uno dei chitarristi dal playing più sopraffino di tutti i tempi. Questa settimana, scopriremo i segreti della tecnica di Brian May dei Queen.

Un approccio poliedrico, forgiato da baluardi della musica moderna quali il blues, il metal, il jazz e non solo. Gran parte dell'identità artistica prorompente del guitar hero dei Queen, infatti, affonda le radici nella musica classica, con esecuzioni in maniera del tutto unica, partendo dall'aspetto compositivo e culminando in una strumentazione sicuramente poco ortodossa.

Lo stile di Brian May in pillole

May è ben noto al pubblico per i suoi funambolismi lungo il manico, sì come precursore del virtuosismo, ma anche per il suo spiccato senso della melodia, tra bending perfetti, vibrato emozionanti e arpeggi soavi. Tecniche come il plettro alternato, messo al servizio della scala blues, sono fondamentali per centrare l'approccio di Brian, così come il tapping, utilizzato dal chitarrista prima ancora dell'avvento degli shredder che hanno caratterizzato la chitarra contemporanea.

Il pre-bend è la Chiave di Volta per soli iconici come quello di Bohemian Rhapsody. La tecnica viene eseguita tirando la corda di un tono o di un semitono prima di colpirla col plettro. Brian May è un chitarrista molto espressivo, quindi, per padroneggiare il suo stile, sarà necessario esplorare la musica barocca e le sue scale tipiche, ma anche approcciarsi alla composizione di lick e riff in maniera molto ricercata, senza sottovalutare l'importanza del feeling.

Il rig di Brian May

Come già precedentemente accennato, il playing di Brian May viene impreziosito dalla singolarità degli strumenti da lui adottati. La sei corde più iconica associata al chitarrista dei Queen è la celeberrima Red Special, modello originale, creato da lui stesso insieme al padre durante l'adolescenza. La Red Special è una chitarra molto peculiare, camaleontica, proprio come il playing dell'artista. Non a caso, May è passato alla storia proprio imbracciando quello strumento, ed utilizzando una moneta da 6 centesimi inglesi come plettro. A tutt'oggi, il rig elettrico di Brian May fa della Red Special la chitarra principale.

Fortunatamente, è possibile acquistare una replica dello strumento a fasce di prezzo differenti, dalle più fedeli in termini sonori a quelle che, pur riprendendone solo l'estetica, presentano un'elettronica affine al modello originale. Nella sua strumentazione, spiccano anche chitarre acustiche a 6 e 12 corde, essenziali per le ballate più emozionanti dei Queen.

Sul fronte amplificatori, invece, il Vox AC30 la fa da padrone, mentre per quel che riguarda gli effetti, nella pedaliera di un aspirante Brian May non possono mancare phaser, un pedale d'espressione, un chorus e un distorsore, oltre ad un delay, fondamentale per replicare le armonie sperimentali con cui il chitarrista ha impreziosito diverse tracce della storica band inglese in cui continua a militare. Per le corde, invece, chi vuole essere fedele al 100% alla leggenda dei Queen, può acquistare le Optima Brian May Gold .009/.042.

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Come suonare la chitarra come John Mayer https://stonemusic.it/61673/come-suonare-la-chitarra-come-john-mayer/ https://stonemusic.it/61673/come-suonare-la-chitarra-come-john-mayer/#respond Fri, 09 Dec 2022 11:00:21 +0000 https://stonemusic.it/?p=61673

Un bluesman di primo pelo che strizza l'occhio al pop e al virtuosismo, senza mai snaturarsi. Scopriamo, di seguito, i segreti del manico di John Mayer.

Chitarrista e songwriter eccezionale, nel corso degli anni John Mayer ha avuto modo di raccogliere sotto la propria ala milioni di fan provenienti da ogni angolo del globo e di guadagnare l'ammirazione di mostri sacri della musica come Eric Clapton. L'approccio di Mayer si rivela poliedrico, ricco di sfaccettature, spesso molto poco ortodosse. Nella sua discografia, infatti, troviamo hit pop distruttrici delle top mainstream internazionali, ballate blues struggenti e tecnicismi strumentali impeccabili. Quest'appuntamento della nostra rubrica settimanale è dedicato ad uno dei chitarristi maggiormente in vista nel panorama di riferimento contemporaneo.

John Mayer in pillole

Tra i must assoluti nel playing di Mayer troviamo ripetizioni di lick blues. Si tratta di una pratica comune nel genere sopracitato. Durante i soli, John esegue le medesime frasi più volte. La tecnica è tanto inflazionata poiché, quando ben eseguita, suscita maggior interesse nell'ascoltatore, facendo leva sul senso di familiarità con quanto ascoltato, per poi irrompere nell'ambiente creato con improvvisazioni intense e sublimi. La Pentatonica minore è, ovviamente, necessaria per approcciarsi allo stile del chitarrista.

Mayer sfrutta molto gli elementi polifonici quando crea un riff, sfruttando parti di accordi all'interno dei fraseggi per renderli più consistenti e armoniosi. Unire linee soliste con parti ritmiche è importantissimo nella composizione e nell'esecuzione di tracce a lui ispirate. Questo approccio, che coinvolge anche il pollice della mano sinistra per suonare le note di basso come un barré proviene dalle inflessioni di Jimi Hendrix sul suo playing.

Pur suonando normali chitarre elettriche, poi, Mayer sfrutta molto le corde singole nei suoi soli, imitando i suoi slide guitar hero preferiti. John, inoltre, ha uno spiccato senso del ritmo e, questo, lo porta a scrivere sia arpeggi bucolici che frenesie funky, aggiungendo, spesso, degli interessanti incisi percussivi. Oltre a questo, è bene padroneggiare tecniche come il bending su corda doppia ed il palm muting.

Il rig del chitarrista

Per anni, John Mayer ha utilizzato chitarre Fender Stratocaster. Da qualche anno, però, l'artista è endorser Paul Reed Smith, casa produttrice con cui ha sviluppato il modello Silver Sky, la prima Stratoide a tutti gli effetti di casa PRS, disponibile sia in versione Made in USA, a prezzi abbastanza proibitivi che nella linea SE di produzione asiatica, decisamente più accessibile. Lo strumento offre toni caldi nelle posizioni vicine al manico e acidule e taglienti al ponte, in pieno Strat-Style e completamente in linea con l'approccio del chitarrista, ovviamente.

Per gli amplificatori, Mayer utilizza modelli abbastanza particolari e sempre diversi. Per ottenere toni blues fedeli anche in casa, però, si può optare per un Fender Hot Rod da 15W valvolare o, in contesti live, per i suoi fratelli maggiori più performanti. In pedaliera, Mayer utilizza un Super Octave di Boss, effetti d'ambiente come tremolo e riverbero, overdrive non troppo aggressivi come il Tube Screamer di Ibanez, Wah e loop. Sul discorso corde, Mayer è solito adottare Ernie Ball .010 per elettrica e, sempre dal medesimo brand, Earthwood Medium Light per acustica.

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Come suonare la chitarra come Matt Bellamy dei Muse https://stonemusic.it/61603/come-suonare-la-chitarra-come-matt-bellamy-dei-muse/ https://stonemusic.it/61603/come-suonare-la-chitarra-come-matt-bellamy-dei-muse/#respond Fri, 02 Dec 2022 08:00:34 +0000 https://stonemusic.it/?p=61603

Dall'alba degli anni 2000, i Muse hanno avuto modo di affermarsi come baluardi del rock moderno. Ad oggi, la band continua ad essere sul tetto del mondo, complice anche il sound potente ed originale della chitarra di Matt Bellamy.

La band vanta un frontman d'eccezione con un timbro vocale molto interessante ed un approccio chitarristico creativo. Sin dagli esordi in musica, Bellamy si è spinto oltre i suoi limiti in termini d'apprendimento, al fine di diventare la versione migliore di sé stesso alla sei corde. Il suo playing si sviluppa lungo variegati scenari sonori, pur trovando alcune costanti a cui potersi ispirare per suonare nel suo stile.

Il playing di Matt Bellamy in pillole

Quando si osserva l'approccio di Matt Bellamy, la prima cosa in vista è il riffing pesante che adotta. Le frasi ritmiche del chitarrista sono tanto heavy quanto catchy, rendendo ogni brano dei Muse una vera hit, nonostante l'aggressività. Spostandoci immediatamente ai soli, invece, notiamo come Bellamy faccia, spesso, riferimento alla tecnica del tapping.

Ci soffermiamo su quest'ultimo aspetto, sottolineando come Bellamy tenga sempre impugnato il plettro, in modo da poter cambiare immediatamente lo stile tra un lick e l'altro. Hammer on, pull off e legato sono una conseguenza diretta dello stile solista di Bellamy, mentre, tornando sul fronte ritmico, egli tende a sporcare gli accordi suonando i power chords in barrè per aggiungere colore anche nei distorti.

Gli arpeggi costituiscono una parte importante del suo modo di suonare, insieme ai power chords in ottava. Bellamy tende ad avere un approccio classico nella chitarra ritmica, creando arrangiamenti suonabili con agevolezza anche unplugged. Il tremolo picking è un altro must della sua tecnica.

Il rig del chitarrista

Come già precedentemente accennato, Matt Bellamy è un chitarrista camaleontico, ma così come nel suo stile, possiamo trovare dei comuni denominatori anche nella strumentazione. Di solito, Bellamy utilizza chitarre Manson custom, dal prezzo particolarmente esoso. Ciò nonostante, Cort offre delle alternative più accessibili come la MBC-1. Per chi, invece, non desidera l'estetica di Bellamy, potrebbe più semplicemente ripiegare su strumenti con humbucker al ponte e single coil ad alta uscita al manico.

Per gli effetti, Bellamy adotta frequentemente dispositivi MIDI, installati direttamente sul body della sei corde. Si possono ottenere risultati simili con buoni sistemi multi-effetto o plugin digitali. I pedali imprescindibili per replicare il suo stile, invece, sono il Fuzz, un Whammy ed un Phaser, oltre a vari effetti d'ambiente. Per l'amplificazione, si può ripiegare su un sempre affidabile Vox AC30. Per i plettri, consigliamo uno spessore abbastanza notevole, in modo da replicare il grip e la decisione con cui Bellamy percuote le corde.

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Come suonare la chitarra come Alex Lifeson dei Rush https://stonemusic.it/61536/come-suonare-la-chitarra-come-alex-lifeson-dei-rush/ https://stonemusic.it/61536/come-suonare-la-chitarra-come-alex-lifeson-dei-rush/#respond Fri, 25 Nov 2022 07:00:46 +0000 https://stonemusic.it/?p=61536

Un virtuoso sotto mentite spoglie. Alex Lifeson, col suo playing deciso, eppure stabile e bilanciato, si afferma come una delle massime influenze dei più grandi chitarristi contemporanei, pur passando spesso in secondo piano agli occhi dei fan della nuova lena.

I Rush sono stati molto più della somma delle loro parti. Ogni membro del gruppo era essenziale per il funzionamento di una macchina che, di fatto, solo la morte ha saputo arrestare. Geddy Lee, Alex Lifeson e Neil Peart hanno gettato le basi di ciò che sarebbe diventato il metal progressivo, ma non senza tessere arabeschi istrionici e tutt'altro che rudimentali all'interno delle loro produzioni. Leggenda della chitarra ritmica ed intrigante solista, di seguito snoccioleremo i segreti del sound e della tecnica di Alex Lifeson.

La tecnica di Alex Lifeson in pillole

Il primo punto da analizzare quando si esplora la tecnica di Alex Lifeson è l'aspetto ritmico della stessa. Gli accordi della sei corde dei Rush si presentano, in ogni produzione, imponenti e costruiti con grande sapienza e originalità. Quest'ultima qualità traspare chiaramente nell'utilizzo delle terze alla dominante di ogni accordo. Oltre a questo, i chords di Lifeson diventano imponenti grazie alle corde aperte, in grado di offrire gloriose ed ampie pennate con le quali stagliare una possente atmosfera sull'intera strumentale.

Le contaminazioni che emergono dal suo playing sono diverse e provengono, in buona parte, dalla sua formazione classica. Molto spesso, infatti, Lifeson tende ad usare il pollice e a creare intere strutture strumentali su strumenti elettrici, rafforzando la strumentale in maniera particolarmente stabile. Nei suoi riff, le triadi vanno per la maggiore, essendo in costante duello con l'iconico basso di Geddy Lee. La chitarra di Alex Lifeson dà colore e personalità al lavoro della band, lavorando per dinamica, ma anche per tempi, cambiando repentinamente anche nei giri d'accordi, in pieno stile progressive.

Sound e strumentazione di Alex Lifeson

Questa volta, il discorso "sound" potrebbe risultare più ostico o, quantomeno, da prendere con le pinze. Alex Lifeson e la sua sei corde, infatti, sono bestie rare all'interno del Gota delle stelle della musica elettrica. Identificare il suo signature sound con un mix unico di strumenti, infatti, potrebbe risultare quasi impossibile. Nel corso degli anni, del resto, egli ha sempre sperimentato, con effetti, amplificatori e chitarre.

Il consiglio generale resta, dunque, quello di focalizzarvi sulla tecnica e di sbizzarrirvi, in cerca di un'attitudine più personale, per quanto riguarda la strumentazione, allo scopo di ottenere un sound inspired by ben studiato. In ogni caso, è possibile trovare dei capisaldi anche nella gear list di Alex Lifeson. Stiamo parlando delle chitarre Gibson Les Paul ed ES-335, ad esempio, dal suono caldo e organico, ma all'occorrenza, con un attacco deciso e delle dinamiche piene e ben definite anche con distorsioni elevate.

Per gli effetti, invece, Lifeson si è quasi sempre avvalso dei rack e, come accennato in precedenza, il consiglio resta quello di studiare sul campo le varie produzioni della band e, successivamente, sperimentare. Non mancheranno, comunque, effetti d'ambiente come il chorus, il flanger e il delay e distorsioni, talvolta anche molto elevate, così come pedali più peculiari come il Whammy, il Wah e quello d'espressione per il volume. Per gli amplificatori, la sua scelta è ricaduta quasi sempre su Marshall, sia combo che testata e cassa, mentre per i plettri, è solito utilizzare gli Alex Lifeson signature prodotti da Dunlop.

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Come suonare la chitarra come Mark Knopfler dei Dire Straits https://stonemusic.it/61455/come-suonare-la-chitarra-come-mark-knopfler-dei-dire-straits/ https://stonemusic.it/61455/come-suonare-la-chitarra-come-mark-knopfler-dei-dire-straits/#respond Fri, 18 Nov 2022 07:00:31 +0000 https://stonemusic.it/?p=61455

Un chitarrista leggendario, il cui stile, continua ad essere ammirato anche dai più virtuosi guitar-men in circolazione. Conquistare il sound e lo stile di Mark Knopfler non è un'impresa facile. Di seguito, proveremo a darvi alcuni strumenti utili all'obiettivo.

Il suo approccio ha reso iconiche le tracce dei Dire Straits. Anche i meno avvezzi al panorama di riferimento conoscono brani come Sultans Of Swing, grazie soprattutto al suo inconfondibile solo. Un tocco delicato, elegante, ma deciso allo stesso tempo. Il segreto dello stile di Mark Knopfler è la tecnica del Fingerpicking, ma di certo, ridurre a questo il discorso risulterebbe estremamente riduttivo. Knopfler suona in modo unico, facendo valere ogni nota.

Il playing di Mark Knopfler in pillole

Mark Knopfler è noto alla pletora di appassionati per le sue improvvisazioni sopraffini. Servendosi del pollice, dell'indice e del resto delle dita della mano destra, il chitarrista ha sviluppato un playing poco ortodosso nel quale confluiscono, stilisticamente parlando, inflessioni blues, folk e rockabilly, principalmente. Il suo legame con la Pentatonica è chiaro e si confà alle tendenze dei player della sua generazione, l'utilizzo che ne fa tra arpeggi ed esecuzioni in legato lo rendono, però, unico.

Le diadi sono fondamentali, così come le aggiunte negli accordi per rendere eclettici anche i più convenzionali. Tecniche come l'Hammer on ed il Pull off si rivelano necessarie, mentre i Bending vanno eseguiti in maniera lenta ed intensa. Per quanto riguarda la chitarra ritmica, Knopfler è solito suonare pattern dinamici, con cambi che, spesso, si muovono in concomitanza con le linee vocali, costituendo pattern sinuosi e soddisfacenti all'ascolto. La chitarra di Mark Knopfler accompagna l'ascoltatore passo dopo passo lungo l'esplorazione dei paesaggi sonori che tesse.

La strumentazione di Mark Knopfler

Come ogni Vecchia, intramontabile, Gloria che si rispetti, la strumentazione di Mark Knopfler non presenta particolari variazioni, rendendo possibile l'identificazione del suo sound più celebre attraverso la voce di chitarre come la Fender Stratocaster e la Gibson Les Paul, in funzione delle circostanze, con una maggiore tendenza nei confronti del primo modello. In questi casi, un compromesso efficace potrebbe essere una Stratoide con humbucker al ponte, avendone lui stesso adottate.

Rimane particolarmente iconico nell'immagine del chitarrista il suo utilizzo di strumenti Pensa/Suhr Custom con finiture particolarmente curate e configurazione HSS. Una menzione onorevole, in questo frangente, va dedicata alle chitarre acustiche, con Knopfler che predilige Martin e, in particolare, i modelli 000-40S ed HD-40MK. Non va dimenticata, per chi intende avvicinarsi il più possibile ai suoi orizzonti sonori, la chitarra Resofonica ed il peculiare metodo che richiede per essere utilizzata.

Sul fronte amplificatori, Knopfler adotta Fender Vibrolux, Music Man 212-HD 130 e Soldano SLO100s. Per quanto riguarda gli effetti, invece, la sua scelta ricade su un pedale Volume, un Wah ed una leggera distorsione in assenza di sistemi di amplificazione adeguati e fedeli in saturazione. Per le corde, infine, Knopfler utilizza mute .009-42.

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Come suonare la chitarra come Joe Perry degli Aerosmith https://stonemusic.it/61402/come-suonare-la-chitarra-come-joe-perry-degli-aerosmith/ https://stonemusic.it/61402/come-suonare-la-chitarra-come-joe-perry-degli-aerosmith/#respond Fri, 11 Nov 2022 08:00:20 +0000 https://stonemusic.it/?p=61402

Il protagonista del nostro appuntamento settimanale, oggi, è Joe Perry, un guitar hero in grado di contribuire ampiamente al lascito inestimabile di una delle più trasgressive rock band della storia.

Joe Perry continua, con gli Aerosmith, ad infiammare i palchi di tutto il mondo, tra riff imponenti, ballate solenni e soli taglienti. Un artista completamente autodidatta, il cui playing, è condizionato totalmente dall'emozione, dal feeling. Joe Perry è una vera e propria groove machine, il cui approccio, è anche uno degli ingredienti neanche troppo segreti del successo degli Aerosmith. Nella band, il chitarrista alterna i compiti con Brad Whitford, lavorando in completa armonia in favore di un prodotto finale formidabile.

Lo stile di Joe Perry in pillole

Quando si osservano guitar heroes come Joe Perry, il loro stile va analizzato partendo dal modo con cui tengono il plettro. In modo similare al suo mentore Keith Richards, Perry regge l'accessorio in modo da avere un attacco "deciso e molleggiato". L'ossimoro in questione proviene dal groove serrato che contraddistingue il suo playing, mentre l'allentamento della tensione proviene dal modo con cui esegue i movimenti con la pennata, col polso rilasciato e "senza fretta".

Il playing di Perry è fluido, ricco di slide, ma non impeccabile, come una chitarra hard rock che si rispetti dovrebbe essere, infatti, la chitarra degli Aerosmith è sporca anche negli arpeggi e nei soli, seppur leggermente.

Guardando in maniera più specifica alle tecniche da lui maggiormente utilizzate, possiamo affermare che, alla stregua di molti altri guitar hero della sua generazione, anche Perry predilige un approccio blues più grintoso ed aggressivo, utilizzando la Pentatonica per i suoi soli e arricchendola con interventi in Misolidio. I suoi lick sono fugaci, decisi, ricchi di bending e slide, mentre i riff si presentano maestosi, grazie agli accordi aperti che li compongono, trovando misura quando suonati con la tecnica del double stop.

Il rig del chitarrista

Nel corso della sua brillante carriera, Perry ha utilizzato un numero molto cospicuo di strumenti. Il suo sound, però, trova spazio in maniera più confortevole tra le corde e i legni delle chitarre Gibson Les Paul, di cui lui è un avido appassionato, oltre che artista signature con diversi modelli costruiti su sue specifiche e disponibili all'acquisto. Tra le chitarre che immortalano istantanee di determinate ere del suo sound, però, citiamo anche la Fender Telecaster.

Per gli amplificatori, Perry predilige i Majors da 200 W di Marshall, ma nel suo rig trovano spazio anche Friedman e Vox. Sono pochi, poi, gli effetti che definiscono il suo playing. Parliamo del Wah, del pedale Whammy, di un distorsore e un Octave Generator. Per le corde, la scelta di Joe ricade sulle Gibson Brite Wires .010-.046, mentre i plettri che adotta più di frequente sono i Dunlop 483 Classic Celluloid Heavy.

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Come suonare la chitarra come Mick Mars dei Motley Crue https://stonemusic.it/61308/come-suonare-la-chitarra-come-mick-mars-dei-motley-crue/ https://stonemusic.it/61308/come-suonare-la-chitarra-come-mick-mars-dei-motley-crue/#respond Fri, 04 Nov 2022 08:00:01 +0000 https://stonemusic.it/?p=61308

Con la sua uscita di scena annunciata di recente, vogliamo omaggiare il prezioso lascito chitarristico di Mick Mars con un appuntamento della nostra ormai consueta rubrica.

Un'icona della sei corde che ha militato in una delle band più controverse e trasgressive nella storia del rock e del metal. Mick Mars ha contribuito ampiamente a definire il sound degli anni '80, pur rivoluzionandolo con un'impronta travolgente, feroce, frutto di una lotta interiore contro un male incurabile, lo stesso che lo ha portato, in tempi più recenti, a dire addio ai palchi. Mick Mars dei Motley Crue ha composto alcuni dei riff e dei soli più iconici di quel prorompente decennio, fatto di lustrini e riflettori abbaglianti, portando un alone di inaspettata oscurità sulle scene e nel sound del gruppo.

Lo stile di Mick Mars in pillole

Mick Mars ha segnalato come sue massime influenze del passato artisti come Michael Bloomfield, Jeff Beck e Jimi Hendrix. Le contaminazioni blues nel suo approccio, del resto, sono vivide e chiare. La sua, è una chitarra reale, aggressiva e ricca di emotività. L'edonismo e la virtuosità che hanno contraddistinto il decennio '80 per sonorità ed apparenze, poco si confacevano con Mars, un player spartano, che ha compiuto la sua missione in nome della musica e di nient'altro.

Proprio come accennato in precedenza, le basi del playing di Mars si basano tutte sul blues e restano fedeli agli ideali del genere nella stragrande maggioranza dei casi.

Ciò con cui Mick non scende a compromessi è la potenza delle sue frasi, sparate sempre in amplificatori potenti e suonate con una certa decisione, anche nei soli. Non a caso, i riff di Mick sono imponenti, mentre gli assoli pungono in maniera letale, rimanendo impressi sulla pelle degli ascoltatori. Pochi fronzoli e molta emozione, questo è ciò che definisce Mick Mars, alla stregua dei grandi bluesman del passato, ma con un approccio hard rock ideale per le esecuzioni in arena.

La strumentazione di Mick Mars

Per un chitarrista proveniente dall'era dell'hair metal, la scelta in fatto di chitarre non può non ricadere su strumenti dal suono "beefy". Gibson Les Paul e Super-Strat a parte, Mick Mars è stato visto con un numero molto cospicuo di chitarre in braccio. Il comune denominatore tra ognuna di esse era rappresentato dalla presenza di pickup humbucker e dal ponte Floyd Rose flottante in due direzioni, avanti e indietro. Rimane iconico, comunque, l'esemplare di Fender Stratocaster "distressed" da lui utilizzato assiduamente sia negli anni d'oro che negli ultimi tempi coi Motley.

Per l'amplificazione, Mars si rifà quasi principalmente a testate Marshall JCM800 e casse 1960BV, concedendosi saltuarie variazioni sul tema con le Soldano SLO 100. Per l'effettistica, la lista di Mars non è tanto ampia quanto si potrebbe immaginare, componendosi con un Wah, un distorsore overdrive, un effetto d'ambiente come il chorus, ad esempio ed un caratteristico talk-box se si intende calarsi maggiormente nel personaggio. Per le corde, infine, Mars adotta mute Ernie Ball, essendone un endorser.

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Come suonare la chitarra come Bruce Springsteen https://stonemusic.it/61238/come-suonare-la-chitarra-come-bruce-springsteen/ https://stonemusic.it/61238/come-suonare-la-chitarra-come-bruce-springsteen/#respond Fri, 28 Oct 2022 10:00:43 +0000 https://stonemusic.it/?p=61238

Dopo una breve pausa, torniamo col botto con la nostra rubrica sui migliori chitarristi nella storia del rock con una entry inaspettata, ma tutta da scoprire.

Abbiamo già ribadito in alcuni appuntamenti passati quanto, di fatto, la chitarra ritmica sia davvero importante all'interno di un ensemble, a prescindere dalla sua natura. Per quanto i guitar hero virtuosi della sei corde abbiano ipnotizzato decine di migliaia di appassionati nel corso degli anni, una menzione speciale va fatta anche a chi, della sei corde, ha fatto uno strumento con cui costruire i brani, piuttosto che bucare il mix adoperandola come una spada affilata. Bruce Springsteen è proprio uno di questi. Col suo modo iconico di impugnare la Telecaster, il Boss si è guadagnato l'ammirazione anche dei più esigenti. Scopriamo, di seguito, alcuni segreti dietro il suo playing.

Come suona Bruce Springsteen? Il suo playing spiegato

Bruce Springsteen ha iniziato proprio suonando la chitarra, in giovane età. Affascinato dai giganti del rock and roll e del blues, Springsteen diede inizio al suo percorso scandendo la sua vita a ritmo di musica. Il playing del Boss, comunque, è rimasto semplice nel corso degli anni, senza mai subire variazioni particolarmente significative. La decisione con cui Bruce percuote le corde è ciò che contraddistingue il suo stile chitarristico.

Quando si pensa di suonare come lui, il desiderio più grande è quello di comporre inni come i suoi. Sebbene nessuno, a parte lui, abbia la formula per creare una hit come quelle che impreziosiscono il suo catalogo, troviamo in alcuni accordi un vero e proprio marchio di fabbrica da cui poter trarre ispirazione. Ne è un esempio lampante il Mi5. Un semplice power chord di Mi a cui viene aggiunto un Si preso al quarto tasto della corda di Sol, creando un'interessante estensione melodica.

Un altro accordo che fornisce sostanza alla pietra miliare Dancing In The Dark è il Do# minore, suonato nel ritornello con il mi cantino aperto. Continuiamo con il Fa maggiore senza l'intervallo di quinta, ma con un La in più nei bassi, ossia un intervallo di terza maggiore, ascoltabile in Thunder Road. Sebbene non sia un chitarrista solista per definizione, Bruce Springsteen ha dato il suo contributo saltuariamente nei suoi dischi. A tal proposito, vi consigliamo di rivisitare DARKNESS ON THE EDGE OF TOWN, album che, per Tom Morello dei RATM, contiene alcuni dei migliori soli nella discografia di Springsteen.

Il rig del Boss

Per quanto riguarda la strumentazione di Bruce Springsteen troviamo, anche qui, una lista semplificata all'osso. Il Boss del rock ha fatto della Fender Telecaster il suo trademark. Durante la sua brillante carriera, Bruce l'ha riproposta in tutte le salse, andando dai modelli più storici come la Esquire a Telecaster pesantemente modificate per avere suoni più corposi attraverso circuitazioni e pickup particolari.

Se il twang della Tele definisce Springsteen in elettrico, il suo sound acustico è da accostare inconfondibilmente al calore delle chitarre Takamine, brand nipponico di grande fama che viene utilizzato da Springsteen e da moltissimi altri grandi nomi del rock. Per quanto riguarda gli effetti, c'è davvero poco da segnalare.

Bruce utilizza un overdrive, un booster ed un flanger in pedaliera. Per gli amplificatori, la scelta del Boss ricade su Marshall, Mesa e Fender, in particolare il modello Bassman, la testata Mark IIC ed i cabinet JCM800. Non può mancare, per suonare alla Springsteen, un capotasto mobile da adoperare all'occorrenza e che, sicuramente, molti di voi avranno già a disposizione.

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Come suonare la chitarra come John Petrucci dei Dream Theater https://stonemusic.it/60569/come-suonare-la-chitarra-come-john-petrucci-dei-dream-theater/ https://stonemusic.it/60569/come-suonare-la-chitarra-come-john-petrucci-dei-dream-theater/#respond Fri, 21 Oct 2022 10:00:13 +0000 https://stonemusic.it/?p=60569

Un eroe della sei corde dei tempi moderni. John Petrucci ha scritto pagine fondamentali per la storia della chitarra moderna e continua ad influenzare le nuove generazioni di artisti.

Il suo sound impatta notevolmente sulla resa finale delle produzione dei Dream Theater , band di spicco del panorama progressive metal contemporaneo, nonché sua massima esponente. Petrucci è un virtuoso della chitarra, un songwriter estroso ed un musicista dal gusto sopraffino. Il suo, è uno stile difficilmente replicabile e praticamente impossibile da centrare al 100%. Comunque sia, nelle prossime righe faremo del nostro meglio per fornirvi le nozioni adeguate per avvicinarvi il più possibile al suo scioccante approccio.

John Petrucci in pillole

I detrattori della chitarra shred sostengono, spesso erroneamente, che il playing dei suoi principali protagonisti si costituisca dagli stessi lick suonati a ripetizione a velocità sostenute. Petrucci, in realtà, è una vera e propria mina vagante lungo il manico, il cui approccio, risulta semplicemente imprevedibile. L'unica costante nel playing del chitarrista è la fantasia, al servizio di un'impressionante rapidità. Ciò nonostante, Petrucci sa essere anche molto melodico, non limitandosi a soli sublimi, estendendo il suo range strumentale a ritmiche appassionanti.

Prima di focalizzarci sul metodo solista di Petrucci, quindi, andiamo a scoprire alcuni dettagli sulla sua ritmica, sempre veloce e pulita nelle esecuzioni, a meno di deliziare gli ascoltatori con arpeggi solenni nelle sue più famose ballate. L'intonazione delle corde deve essere perfette e queste ultime non devono emettere un suono al di là di quando sono coinvolte nel riff. Il palm muting è una tecnica molto importante nel playing di Petrucci e, prima di interfacciarvisi, occorrerà maturare una buona dimestichezza con i tempi, che dovranno essere perfetti e privi di sbavature.

John Petrucci è un creativo ed un perfezionista, in studio come dal vivo, quindi anche sul palco la pulizia assoluta rappresenta una priorità. Consigliamo, quindi, anzitutto, di analizzare il proprio stile, pecche e punti di forza e concentrarsi sulle prime, accompagnandole ad un buon studio della teoria musicale. La pratica ed il chiarimento dei propri obiettivi si riveleranno tanto fondamentali quanto l'uso di un metronomo durante le sessioni di studio.

Per quanto riguarda gli assoli, Petrucci è pura fantasia. Nel suo stile convogliano le principali tecniche della chitarra moderna: dallo sweep picking al tapping, fino ad arrivare al legato, l'ecomomy picking e le plettrate ibride. Bisognerà, quindi, padroneggiare lo strumento a pieno, prima di approcciarsi alla composizione nel suo stile, in cui non dovranno mancare armoniche naturali ed artificiali, né lick di Pentatonica e modali spalmati lungo tutto il manico per creare continuità e senso melodico alla traccia. Ancora una volta, è importante studiare prima le produzioni dell'artista, le frasi nel suo stile, da assimilare con calma e, successivamente procedere a piccoli step nella composizione.

La strumentazione del chitarrista

La strumentazione di John Petrucci è tanto innovativa quanto il suo playing. La linea signature sviluppata insieme ad Ernie Ball Music Man ha dell'incredibile. Si tratta di chitarre dall'aspetto strabiliante e dall'attenzione nelle finiture tanto minuziosa quanto la ricerca effettuata per offrire il massimo in termini di performance. La gamma Majesty viene offerta sia nelle versioni più costose americane che nella produzione asiatica di Sterling, a prezzi più accessibili.

Le chitarre di Petrucci sono composte in un misto di ontano, mogano e acero fiammato, la qualità è al top nelle costruzioni come nei materiali, presentando tastiere in ebano e manici in acero/mogano. In generale, per avvicinarsi al sound del chitarrista, bisognerà rifarsi a chitarre di stampo moderno, dal manico veloce e che agevoli i passaggi più complessi, possibilmente equipaggiati con pickup DiMarzio humbucker, ma in ogni caso, dal sound versatile e tagliente.

Per quanto riguarda gli amplificatori, Petrucci conta sulla sua partnership con Mesa Boogie per i suoi sistemi firmati. Ancora una volta, occorrerà optare per impianti di stampo contemporaneo, in grado di garantire, dal vivo, affidabilità e potenza. Per gli effetti, poi, Petrucci utilizza pedali TC Electronic, phaser, simulatori acustici, compressori ed effetti d'ambiente come delay, riverberi e chorus. Un accordatore sempre sott'occhio aiuta a garantire il controllo della precisione dello strumento anche nei set più estenuanti, mentre risultano immancabili pedali del Wah, per le sezioni più aggressive, Overdrive e pedali d'espressione che permettano di regolare il volume a piacimento e generare scenari sonori agendo soltanto sull'intensità del suono. Per corde e plettri, infine, Petrucci utilizza Ernie Ball signature, di forma diversa, ma tutti abbastanza spessi e mute 0.10 del medesimo brand.

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Come suonare la chitarra come Tony Iommi dei Black Sabbath https://stonemusic.it/60295/come-suonare-la-chitarra-come-tony-iommi-dei-black-sabbath/ https://stonemusic.it/60295/come-suonare-la-chitarra-come-tony-iommi-dei-black-sabbath/#respond Sun, 16 Oct 2022 10:00:00 +0000 https://stonemusic.it/?p=60295

La sua sei corde ha dato i natali al metal, richiamando l'oscurità decadente dei centri industriali inglesi degli anni '60. Tony Iommi continua ad influenzare i migliori chitarristi che annoverano le scene contemporanee.

Il leggendario chitarrista dei Black Sabbath ha fatto di riff lenti e atmosfere sinistre il marchio di fabbrica della band che fondò. Il gruppo convogliò i demoni di un ceto sociale disagiato, la classe lavorativa, in un sound distruttivo e feroce, messo al servizio di tematiche dissacranti e tendenti all'esoterismo. Il fascino dei Sabbath continua a travolgere gli ascoltatori della nuova lena e ad emozionare i die hard fan della vecchia guardia. Nelle prossime righe, snoccioleremo l'iconico stile di uno dei più grandi guitar gods di tutti i tempi.

Lo stile di Tony Iommi in pillole

La sua chitarra evoca spettri e traumi del passato. Tony Iommi "inventò" il suo sound dark a partire da una necessità: suonare la chitarra con delle protesi fatte in casa che rimpiazzassero le falangi mozzate nel suo ultimo giorno di lavoro in una fabbrica metallurgica di Birmingham. Il chitarrista decise, dunque, di abbassare l'accordatura di un tono. Per quanto riguarda il suo stile, invece, Iommi usava arpeggiare le intro dei brani della band meno spinti, usando accordi in minore.

Per quanto riguarda il suo epico riffing, invece, è l'ideale sarebbe rimanere in una singola scala, usare poche note, ma d'impatto e, soprattutto, lasciare il virtuosismo da parte. I Black Sabbath suonavano lenti, le loro andature erano molto trascinate, contribuendo all'atmosfera ansiogena e al climax crescente delle tracce. Bisogna, infatti, tenere a mente che, per quanto creativo, Iommi non si sia mai lanciato in esecuzioni fulminee sul manico.

Un'altra pratica molto consueta nel suo playing è quella di suonare le linee di basso dei riff dei brani all'interno delle strofe. Tracce come Iron Man ne sono l'esempio lampante. Per quanto riguarda i soli, infine, lo stile del chitarrista è semplice al massimo. Tra i marchi di fabbrica di Iommi spiccano i bending all'unisono e i lick di pentatonica comuni nel blues, sporcati da distorsioni spinte.

Il rig di Tony Iommi

Anche in questo caso, parliamo di un rig ridotto all'osso. La strumentazione di Tony Iommi è molto simile a quella che un bluesman inglese avrebbe usato alla metà degli anni '60 e, di fatto, non è mai notevolmente cambiata. La Gibson SG è il simbolo del chitarrista. Iommi le predilige nere e sia Epiphone che Gibson producono modelli firmati costruiti su sue specifiche, nelle fasce di prezzo più disparate. Comunque, una qualsiasi chitarra con due humbucker permetterà di avvicinarsi al prorompente suono dell'antieroe della chitarra.

Per quanto riguarda gli amplificatori, storicamente la scelta di Iommi è ricaduta su Orange e Marshall. Ciò nonostante, in tempi recenti, il chitarrista ha adottato Laney Black Country Customs per le testate e LA212 del medesimo brand per le casse. Si tratta, comunque, di modelli signature a lui dedicati, come il pedale boost Country Customs prodotto sempre da Laney. In alternativa, un Big Muff di Electro-Harmonix potrebbe assolvere egregiamente alla medesima funzione.

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Come suonare la chitarra come Dave Grohl https://stonemusic.it/61009/come-suonare-la-chitarra-come-dave-grohl/ https://stonemusic.it/61009/come-suonare-la-chitarra-come-dave-grohl/#respond Fri, 07 Oct 2022 11:21:20 +0000 https://stonemusic.it/?p=61009

Ha fatto la storia dietro le pelli coi Nirvana, per poi dare libero sfogo alla sua creatività come icona della chitarra ritmica nei Foo Fighters. Dave Grohl è tra i pochi, veri, artisti a 360°.

Chitarre sovrapposte, power chord imponenti e melodie ipnotiche, sono solo alcuni dei marchi di fabbrica dei mitici Foo Fighters. La band, forte di un guitar oriented sound particolarmente massivo, è l'esempio lampante, insieme, ovviamente, all'approccio di Grohl di come una buona dose d'ingegno e un'altra di carisma maturato trascorrendo decenni sui palchi più importanti del mondo, possano esprimersi meglio di tecniche eccelse e virtuosismi di forza. Ciò che si cela dietro la macchina dei Foo Fighters si muove sulla pura inventiva, oltre che una passione smisurata per la musica che ha spinto Dave Grohl ad andare oltre le nubi nei suoi giorni bui e che continua a farlo, avendo da pochi mesi perso, ancora una volta, un amico e collega inestimabile. Quest'appuntamento della nostra rubrica è dedicato, con una nota dolceamara e incerta sul futuro della band che rappresenta, a Dave Grohl e al suo approccio chitarristico.

L'approccio di Dave Grohl e la struttura dei Foo Fighters in pillole

I Foo Fighters sono stati in grado di sovvertire la legge non scritta per la quale la chitarra solista sia considerata, quantomeno dai meno avvezzi, come lo strumento principale all'interno di un gruppo. Certo, per l'arricchimento della forma prettamente estetica della produzione di una band, il suo contributo è fondamentale, ma ciò che funge da propellente per un'opera esplosiva come quella della band di Dave Grohl è una sezione ritmica solida, coesa, possente e consapevole.

Sì, perché ad un occhio attento appare chiarissimo come Grohl, Shiflett e Smear alternino e completino le loro frasi a vicenda, in una commistione chitarristica sapiente, ma sempre fresca e adrenalinica. Da questi presupposti, le chitarre dei Foo Fighters offrono arpeggi taglienti, in grado di bucare il mix quando serve, power chord decisi e riff punk, eseguiti su tempi mutevoli e sempre incastrati alla perfezione.

Del resto, i Foo Fighters sono stati un gruppo basato su due formidabili batteristi: il compianto Taylor Hawkins e, ovviamente, Dave Grohl, passato alla chitarra dopo la parentesi coi Nirvana che gli è valsa l'ingresso nel Gota dei migliori batteristi di sempre. Anche alla sei corde, comunque, Dave mostra la sua propensione verso il drumkit. Non a caso, l'artista ha sempre rivelato di vedere la chitarra come una batteria, con la sesta corda a diventare una grancassa e la quinta e la quarta a fare da rullante. Per Dave il Sol e le altre corde cantine sono hi-hat e altri piatti, utili ad accentuare i cambi. Non è un caso se la sezione ritmica dei Foo Fighters, dunque, sia così spessa e incalzante, senza mai perdere un colpo, pur risultando sopraffina e colorata in termini di scrittura.

La strumentazione di Dave Grohl

Anche qui, citroviamo di fronte a scelte molto semplici. La chitarra simbolo di Dave Grohl è una semiacustica a cassa stretta. Nella fatispecie una Gibson Trini Lopez, diventata DG-335 Dave Grohl Signature, venendo presentata con finiture diverse ed un voicing più aggressivo. Si tratta di una sei corde iconica che accompagna l'artista sul palco e in studio da anni, insieme ad altri modelli della casa di Kalamazoo quali Flying V e Les Paul. In ogni caso, il signature sound di Dave Grohl proviene da humbucker ad alto output e legni particolarmente risonanti, accompagnati da amplificatori Vox AC30 e Mesa Boogie Rectifier, a seconda delle necessità. Per quanto riguarda i plettri, invece, Dave utilizza Dunlop .71 mm Gator Grips e corde D'Addario EXL115. Infine, la sua pedaliera, particolarmente essenziale, si riduce alla presenza di un Overdrive, un Phase 90 MXR ed uno Xotic FX SP come compressore, oltre a qualche effetto d'ambiente da usare all'occorrenza come un delay.

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Come suonare la chitarra come Jimmy Page dei Led Zeppelin https://stonemusic.it/60937/come-suonare-la-chitarra-come-jimmy-page-dei-led-zeppelin/ https://stonemusic.it/60937/come-suonare-la-chitarra-come-jimmy-page-dei-led-zeppelin/#respond Fri, 30 Sep 2022 10:00:20 +0000 https://stonemusic.it/?p=60937

Il protagonista della rubrica di oggi è un chitarrista, la cui influenza sulla musica contemporanea, è impossibile da quantificare. Stiamo parlando del leggendario Jimmy Page, guitar hero dei Led Zeppelin.

Da session man di grande successo a colonna portante degli Yardbirds dopo la dipartita di Eric Clapton, Jimmy Page ha ridefinito i concetti fondamentali del rock con la sua militanza in una delle sue band più importanti: i Led Zeppelin. Il suo contributo alla chitarra moderna è profondo e, a tutt'oggi, viene annoverato tra le principali influenze dei massimi esponenti della scena contemporanea. Lo stile di Jimmy Page si incentra su un blues aggressivo e deciso, impreziosito da un'appassionante nota di mistero. Lo snoccioliamo nelle prossime righe.

 

I segreti dietro la tecnica di Jimmy Page

Sono diverse le tecniche che hanno reso l'approccio di Page unico. Tra le varie pratiche che si possono estrapolare dal suo playing citiamo lo "smearing", ossia suonare tutte le corte, pur suonandone una sola. Page ha basato il suo stile sull'utilizzo della scala Pentatonica, un vero e proprio must per tutti i chitarristi. Ciò nonostante, il suo modo creativo di eseguire fraseggi ritmici e solisti contribuì allo status eterno di cui, oggi, il chitarrista è investito. La tecnica sopracitata e, in generale, il sound di Page, comunque, si basa su un fortissimo senso del ritmo, che è fondamentale sviluppare prima di imbarcarsi in quest'avventura musicale.

Un altro dei trick più famosi di Jimmy Page è l'alternare pattern di Pentatonica maggiore e minore, spostando questi ultimi di tre tasti per rimanere nella medesima tonalità. Page fa della versatilità delle scale della chitarra il suo punto di forza, arricchendole con bending forti e concisi, anche nelle sezioni ritmiche, facendo vibrare persino gli accordi, dandogli un flavour unico. Tra i vari marchi di fabbrica di Page, poi, occorre citare le linee di basso accompagnate dalle corde aperte, i bending leggermente dissonanti e l'alternarsi tra ottave suonando le medesime frasi. Nei soli Page è un tripudio di Pentatonica messa al servizio del blues, mentre non va dimenticato l'approccio acustico del chitarrista, con gli arpeggi soavi, i lick con la slide e l'utilizzo di imponenti accordi aperti con la dodici corde. Un altro aspetto molto importante del suo playing, specie dal vivo, è l'utilizzo del palm muting in fase ritmica.

Il rig del chitarrista

La strumentazione di Jimmy Page è tanto variegata quanto, di fatto, equilibrata. Il rig del chitarrista non è mai stato spropositato e, anzi, ha saputo stabilirsi su alcuni baluardi come le Gibson Les Paul che, con il loro suono ricco di armoniche e particolarmente spesso, hanno saputo coadiuvarlo nella costruzione del suo insormontabile muro del suono. Page, per, è un vero istrione e, per questo, ha avuto bisogno, in diverse occasioni e, specie agli inizi, anche di sound più acidi e diretti, come quelli forniti dalla Fender Telecaster. Nel corso degli anni, poi, l'artista ha imbracciato strumenti come la Danelectro 3021/DC59, dalle sonorità particolarmente sottili e, quindi, ideale per la sperimentazione.

Lo strumento divenne iconico sulle note di Kashmir, permettendo, tra l'altro, a Page di sviluppare un nuovo approccio con accordature alternative. Un altro strumento molto importante nel suo rig è la Gibson EDS-1275 a doppio manico. Si tratta, ovviamente, di uno strumento particolarmente singolare e dal costo esoso, per il quale, trovarne un'alternativa economica, potrebbe risultare al quanto complicato. Per quanto riguarda gli amplificatori, Page ne ha adottati un numero cospicuo. Possiamo affermare, comunque, che per avvicinarsi al suo sound, è possibile avvalersi di sistemi Marshall Super Lead o di più contenuti Vox AC-30. Per quanto riguarda gli effetti, invece, è importante avere in pedaliera un Fuzz, un Tone Bender, un Wah e dei pedali Phaser e Octave. Per le corde, la scelta dell'iconico guitar hero ricade sulle Ernie Ball Super Slinky .009-42.

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Come suonare la chitarra come The Edge degli U2 https://stonemusic.it/60889/come-suonare-la-chitarra-come-the-edge-degli-u2/ https://stonemusic.it/60889/come-suonare-la-chitarra-come-the-edge-degli-u2/#respond Fri, 23 Sep 2022 10:00:58 +0000 https://stonemusic.it/?p=60889

Al tramonto degli anni '70, con tutti i chitarristi in competizione tra loro per decretare chi fosse il più veloce, The Edge intuì intelligentemente che il mercato avrebbe necessitato di musicisti capaci di muoversi in una direzione differente.

Il chitarrista degli U2 ha scolpito il suo sound e quello della band in cui milita nell'eternità grazie ad una costruzione sapiente delle melodie e delle frasi che caratterizzano i vari brani che compongono il suo catalogo. Sebbene non gli vengano, spesso, attribuiti i medesimi crediti che, invece, ricoprono i grandi virtuosi del passato, l'approccio ricco di inventivo di The Edge alla sei corde risulta particolarmente degno di nota e difficile da emulare. Ne scopriamo un po' di particolari in questo appuntamento della nostra rubrica.

Come suona The Edge?

Oggi, milioni di persone ascoltano la chitarra di The Edge nelle cuffie, in auto o nei palazzetti ricolmi durante i live degli U2. Decenni fa, però, quando l'artista mosse i primi passi, la sua fu una scelta tanto audace quanto encomiabile, visti i risultati. Nel corso del tempo il sound del chitarrista ha avuto modo di evolvere, ma alcuni aspetti sono rimasti, diventando un vero e proprio marchio di fabbrica dello stile degli U2.

Tra i classici di The Edge segnaliamo le frasi costituite da poche note, ma ripetute attraverso l'utilizzo di delay sconfinati. Di solito, il chitarrista non adotta accordi completi, suonando soltanto due note e lasciando che il muro del suono si costruisca con misura, in autonomia, ma sempre sotto il suo controllo, grazie ad un uso sapiente degli effetti d'ambiente.

The Edge è solito accostare le note di sedicesima ed eseguire arpeggi con un filo di overdrive in grado di conferire un maggior attacco alle varie frasi. Meno è meglio per l'artista che, nei riff più grintosi, aumenta le distorsioni a manetta e suona frasi heavy e taglienti. Spesso, infine, The Edge si ritrova a suonare lick sincopati in cui armonizza per ottave o si serve di pedali d'estensione, mentre esegue una ritmica preponderante con la mano destra. Per i soli, infine, The Edge è solito adottare un approccio, ancora una volta, minimale, in cui i lead armonizzano con la sezione ritmica o, talvolta, con le linee vocali. Tra le tecniche da padroneggiare per avvicinarsi al sound del chitarrista citiamo il palm muting, oltre ad una dimestichezza con le armonizzazioni e ad una padronanza e un controllo dell'effettistica.

Il rig del chitarrista

Nel corso degli anni, The Edge ha adottato numerose chitarre. Da Gibson Les Paul a SG, Gretsch ed Explorer. Lo strumento in cui l'artista si rispecchia maggiormente, però, è la Fender Stratocaster, di cui possiede anche un modello signature. Per quanto riguarda gli effetti, invece, per quanto fondamentali per riprendere il suo stile, in linea generale potrebbero essere sintetizzati nell'acquisto di un delay, un riverbero, un fuzz, un compressore, un overdrive, un wah, un chorus ed un pedale per le ottave. Per le corde, invece, The Edge adotta D'Addario EXL 10-46 o 11-49. Per emulare il suo stile più fedelmente, si consiglia di sperimentare con accessori come l'Ebow, in grado di sfruttare il magnetismo per allungare le note suonate all'infinito e le più comuni slide in acciaio.

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Come suonare la chitarra come Eddie Van Halen https://stonemusic.it/60801/come-suonare-la-chitarra-come-eddie-van-halen/ https://stonemusic.it/60801/come-suonare-la-chitarra-come-eddie-van-halen/#respond Fri, 16 Sep 2022 10:00:46 +0000 https://stonemusic.it/?p=60801

Quando pensano a Eddie Van Halen, ai chitarristi viene in mente immediatamente la tecnica da lui resa iconica: il tapping. Il playing del compianto guitar god, però, vedremo, era molto più intenso e ricco di quanto non si pensi già.

Il blues, la Pentatonica, i virtuosismi e, ovviamente, il celeberrimo tapping. Eddie Van Halen era una leggenda assoluta della sei corde. Col suo approccio fantasioso, Eddie era in grado di unire orizzonti sonori vivaci ed euforici con frasi intriganti e complicate che, seppur suonate a velocità sostenute, mantenevano tratti distintivi tanto marcati da renderne il sound riconoscibile a chilometri. Nelle prossime righe andremo a snocciolare i segreti del playing di un musicista immenso, Maestro indiscusso della chitarra elettrica.

I punti chiave dello stile di Eddie Van Halen

Il suo, era un gusto chitarristico sopraffino, sapientemente celato in fraseggi madidi di sfaccettature e ricchi di adrenalina. Il playing di Eddie Van Halen poggia su due colonne portanti, la passione e la grinta. Eddie era capace di suonare dozzine di note in pochissimi istanti, pur valorizzando ognuna di esse. Egli era solito adottare una mole cospicua di tecniche, alcune di esse, proposte più di altre.

Tra i marchi di fabbrica di EVH non è possibile non citare il tremolo picking. I lick del chitarrista venivano spesso suonati con una mano destra quasi pneumatica, in grado di suonare una singola nota a velocità impressionanti. Oltre a questo, Van Halen fece dei trick con la leva del tremolo una vera e propria istituzione nella chitarra solista degli anni '80. Per suonare la sua musica, quindi, occorre padroneggiare le chitarre elettriche a ponte mobile e, in particolare, quelle con sistemi Floyd Rose o similari.

Il bending, il legato e i pull-off su corde aperte erano altre tecniche molto inflazionate nelle sue frasi, mentre il tapping, ovviamente, regnava sovrano. Van Halen lo adottava in diversi shapes, dai più lineari a quelli con slide, fino ad arrivare alle figure eseguite su più corde. Per quanto riguarda la ritmica, invece, Eddie era incalzante, usando spesso il palm-muting, anche sugli arpeggi. Ain't Talkin' 'Bout Love ne è un chiarissimo esempio. Infine, Eddie usava molto le armoniche, sia artificiali che create col tapping sul dodicesimo tasto. Per quanto riguarda le scale da approfondire, invece, oltre alla Pentatonica, consigliamo di dare un'occhiata al Modo Frigio e alla Minore Armonica.

La strumentazione del chitarrista

Sul rig di Eddie Van Halen sono stati scritti fiumi di parole. Il chitarrista ha, del resto, avuto modo di rendere iconici diversi design, partendo dalla più classica Super Strat, fino ad arrivare alle sue Wolfgang più recenti e alla offset Shark. Sintetizzando il tutto in uno strumento idealtipico utile per avvicinarsi al sound di EVH si consiglia di utilizzare gli strumenti che recano il suo marchio in paletta, prodotti da Fender e, in passato da Peavey o rifarsi a Super Strat con corpo in tiglio, manico in acero, pickup humbucker dal taglio moderno e, soprattutto, ponti flottanti come il Floyd Rose o i più economici licensed.

Per gli amplificatori vale lo stesso discorso. Per diversi anni il chitarrista ha adottato gli iconici 5150, prodotti da Peavey e, successivamente, a marchio EVH. Storicamente, però, Eddie ha adottato Marshall Super Lead, nel pieno segno di un approccio hard rock classico. Gli effetti fondamentali per replicare il suo suono imponente sono il Wah, il phaser, un overdrive abbastanza spinto, un pedale octave e degli effetti d'ambiente come chorus, delay, riverberi classici e flanger.

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Come suonare la chitarra come George Harrison dei Beatles https://stonemusic.it/60724/come-suonare-la-chitarra-come-george-harrison-dei-beatles/ https://stonemusic.it/60724/come-suonare-la-chitarra-come-george-harrison-dei-beatles/#respond Thu, 08 Sep 2022 22:00:15 +0000 https://stonemusic.it/?p=60724

Un unsung hero della chitarra moderna. George Harrison ha fatto capolino nella storia della musica con quieta eleganza, allo stesso modo con cui ha messo in musica le idee di una delle più grandi rock band di tutti i tempi: i Beatles.

George Harrison ha fatto la storia della chitarra contemporanea, nonostante abbia avuto bisogno di tempo per essere compreso a pieno. Il suo, era uno stile peculiare che, dietro un'apparente semplicità spudorata, celava una travolgente creatività; un po' come le più grandi hit dei Beatles, del resto. Egli doveva il suo approccio ad una commistione aulica di influenze che andava dai grandi del rockabilly alle leggende del jazz. Lo stile di Harrison è profondamente personale, fluido e diretto, avendo all'attivo fraseggi a dir poco memorabili.

La chitarra secondo George Harrison

Come già accennato in precedenza, il playing di George Harrison si basa su asserti molto semplici. Gli accordi usati dal chitarrista sono basilari, ma intensi e profondi. Per comprendere a pieno lo stile di George Harrison occorre focalizzarsi sulla sua produzione acustica, dove il chitarrista ha attuato cromatismi particolarmente interessanti integrando alterazioni e accordi di settima in giri di base. Un altro tratto distintivo di Harrison è l'armonia che il chitarrista metteva in pratica piazzando il capotasto in alto sul manico per poi suonare accordi in prima posizione, notevolmente più in alto.

La chiave del suo stile chitarristico non è il virtuosismo, quanto il timing. George Harrison non si è mai lanciato in esecuzioni serrate o in soli scioccanti, ma ha sempre saputo dove piazzare le poche note che suonava. Harrison ha sempre fatto valere ogni cambio d'accordi e, nei soli, trasponeva i lick di Pentatonica nella più classica sequenza blues delle 12 barre. A questo proposito, il chitarrista non ha mai fatto segreto di ispirarsi profondamente a Chuck Berry. Le sue plettrate, poi, erano ricche e decise, costituendo una ritmica particolarmente solida.

Un'altra tecnica molto importante nel playing di George Harrison, sebbene estranea ai Beatles, è quella dello slide, una delle ragioni del successo di ALL THINGS MUST PASS. Con il bottleneck, George Harrison ha creato melodie soavi che, spesso, imitavano le linee vocali. La slide di Harrison non è blues, ma sa emozionare, con l'aiuto del twang tipico dell'unione della sua Fender "Rocky" Stratocaster e dei suoi amplificatori del medesimo marchio, il tutto coadiuvato da un riverbero e una nota di compressione. Nella slide alla Harrison bisogna alternare lunghe note in legato a passaggi in staccato e mutare le corde che non vengono suonate durante la frase, adottando un tocco rilassato.

La sua strumentazione

Nel corso degli anni George Harrison ha adottato un numero molto considerevole di strumenti. Il chitarrista è apparso con chitarre Gibson Les Paul ed SG con humbucker, semiacustiche Gretsch ed Epiphone e chitarre Fender come la sopracitata Rocky e la Telecaster in palissandro. Va detto che, il più iconico dei suoi sound chitarristici proviene proprio da queste ultime. Il twang unico, acidulo, sprigionato dai pickup di queste chitarre ha rappresentato un marchio di fabbrica per il chitarrista, insieme ad amplificatori come il Fender Twin Reverb ed il Vox AC30. Per quanto riguarda gli effetti, invece, il Beatle silenzioso ha notoriamente adottato pedali fuzz ed espressivi del volume, oltre a wah, compressori e riverberi.

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Come suonare la chitarra come Pete Townshend degli Who https://stonemusic.it/60651/come-suonare-la-chitarra-come-pete-townshend-degli-who/ https://stonemusic.it/60651/come-suonare-la-chitarra-come-pete-townshend-degli-who/#respond Fri, 02 Sep 2022 10:37:09 +0000 https://stonemusic.it/?p=60651

Un playing diverso, serviva questo ai chitarristi negli anni d'oro del rock per spingere la loro band nella stratosfera. Se a questo, poi, uniamo un frontman eccezionale, un basso solido ed uno dei batteristi migliori di tutti i tempi, si capisce perché gli Who abbiano fatto la storia.

Pete Townshend si è sempre distinto dalla pletora di artisti che annoveravano le scene di riferimento tra gli anni '60 e '70. Il suo approccio ritmico ricco di inventiva e particolarmente preciso rendeva le sue produzione semplici, ben bilanciate ed aggressive, perfette, insomma, per catturare un pubblico sempre più voglioso di elettricità. Gli Who definirono un'intera epoca musicale, per poi rimanere impressi nell'immaginario collettivo come uno dei gruppi pionieri dell'hard rock. Loro erano molto di più della somma delle loro parti, ma la chitarra di Townshend ha sempre contribuito in maniera straordinariamente massiva al loro successo.

Come suona Pete Townshend?

Ha composto la prima rock opera nella storia, TOMMY, e ha influenzato un'intera generazione di artisti con le sue ritmiche brucianti ed i soli minimalisti. Il playing di Pete Townshend è pura adrenalina. Il guitar hero degli Who, del resto, era una iena sul palco e in studio scaricava la medesima stamina componendo riff da capogiro. Townshend è l'unico che sia mai stato in grado di tenere testa alla follia ritmica di Keith Moon, senza mai arrancare. Due mine vaganti, la cui ferocia, veniva dosata attraverso esecuzioni limpide quanto imponenti.

Le ritmiche di Townshend sono arricchite in termini di fantasia grazie agli accordi sospesi. Trattasi di forme in cui gli accordi non contengono la terza di una scala maggiore o minore. Insomma, il playing di Townshend è unico e non c'è bisogno di dilungarsi troppo sull'approccio fattivo che ha alla sei corde. Bisogna sviluppare uno stile deciso e imparare ad eseguire ritmiche a velocità serrate senza scendere a compromessi con la creatività per riuscire ad avvicinarsi, in termini compositivi, alla sua produzione artistica.

La sua strumentazione

La prima cosa su cui ci si focalizza quando si pensa alla strumentazione dei chitarristi storici è la chitarra che maggiormente lo identifica. Per Pete Townshend, potremmo citare Rickenbacker e Gibson e non commetteremmo errori, ma la Fender Stratocaster, con la sua estrema semplicità è ciò con cui si può identificare al meglio Townshend, complice anche il suo playing senza fronzoli, per il quale uno strumento con finiture troppo ricercate risulterebbe semplicemente superfluo.

Per gli effetti, Townshend semplifica la sua pedaliera all'osso. Ciò che non deve assolutamente mancare, però, è un overdrive. Per quanto riguarda l'amplificazione, invece, la leggenda degli Who adotta, da sempre, testate Marshall come la JCM800, su casse del medesimo brand utilizzate in maniera particolarmente intensiva al massimo della potenza. Infine, per quanto riguarda le corde, Pete utilizza mute .09, .010. e .011, a seconda della heaviness che contraddistingue le tracce che andrà a suonare.

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Come suonare la chitarra come Mick Thomson degli Slipknot https://stonemusic.it/60489/come-suonare-la-chitarra-come-mick-thomson-degli-slipknot/ https://stonemusic.it/60489/come-suonare-la-chitarra-come-mick-thomson-degli-slipknot/#respond Fri, 19 Aug 2022 16:00:54 +0000 https://stonemusic.it/?p=60489

Insieme a Jim Root, costituisce l'imponente muro del suono degli Slipknot. Mick Thomson è uno dei chitarristi metal moderni più riconoscibili in assoluto.

Un musicista dal gusto sopraffino che mette il suo istrionismo al servizio di una delle band più aggressive e amate nella storia del metal. Nei Nove del Nodo, il ruolo di Mick Thomson risulta, semplicemente, fondamentale. Alcuni tra i riff più evocativi nell'ampio catalogo del gruppo sono opera sua e, oltre tutto, l'attitudine complementare con cui lui e Jim Root costruiscono il sound guitar-oriented degli Slipknot ha dell'incredibile. Non a caso, sono stati più volte considerati il miglior duo del panorama rock e metal attuale. Nelle prossime righe snoccioleremo il sound del chitarrista e la sua strumentazione.

Lo stile di Mick Thomson degli Slipknot

Il background di Mick Thomson proviene dal jazz e dai groove dei migliori strumentisti di sempre. Fu il padre ad alimentare la sua passione per la musica, spingendolo a sviluppare un orecchio sopraffino ed un gusto eclettico. Per Mick la musica è linguaggio, andando a ricercare le emozioni ed il loro significato in ogni produzione musicale, a prescindere dal genere.

Intervistato da Music Radar qualche anno fa, Thomson consigliò a chi desidera comporre con maggior criterio, specie dal punto di vista ritmico, avrebbe potuto provare a costruire le fondamenta delle proprie produzioni utilizzato uno strumento ritmico come il basso. Inoltre, non fece segreto di chi fosse il chitarrista che l'aveva maggiormente ispirato nei soli: Paul Gilbert.

Per quanto riguarda le sue doti tecniche, invece, le sue sezioni ritmiche sono possenti, feroci ed arricchite da un sapiente insieme di effetti, sia in studio che dal vivo. Sugli assoli, Thomson appare, ad un orecchio poco ferrato molto caotico quando, in realtà, si evincono le sue principali influenze, il jazz su tutte e l'impronta di chitarristi come il sopracitato Gilbert, ad impreziosire, comunque, uno stile del tutto personale. Un tremolo picking serratissimo e letalmente preciso si alterna ad armoniche artificiali e sequenze in sweep picking immacolate. Concludono lo stile chitarristico di Thomson lo staccato e delle estensioni lungo il manico impressionanti.

La strumentazione dell'artista

Il rig di Mick Thomson si presenta particolarmente ampio. Per questa ragione, vi proponiamo un sunto più fruibile, utile a farvi un'idea nel caso in cui vogliate avvicinarvi il più possibile al playing del Numero Sette degli Slipknot. Attualmente artista Jackson, Thomson ha cambiato spesso brand sponsor per le sue chitarre, mantenendo, però, feature simili, specie nell'ultimo decennio. Le chitarre di Thomson sono superstrat stile Ibanez RG (di cui è stato endorser per diverso tempo) o Dinky. Strumenti, generalmente, costruiti in mogano o tiglio, con manico in acero, tastiere in palissandro e pickup signature Seymour Duncan Blackout.

I ponti montati sulle sue sei corde assumono le sembianze di un Floyd Rose, pur essendo privi di escursione, completamente aderenti al body e presentando la regolazione fine tuning. Thomson è solito mostrarsi anche con chitarre B.C. Rich dal design aggressivo e pienamente in linea con la sua aestethic. In generale, strumenti con pickup humbucker, preferibilmente attivi e ponte fisso possono fungere tranquillamente all'obiettivo.

Per quanto riguarda gli amplificatori, Thomson ha adottato spesso testate Rivera, Mesa Boogie e Marshall, oltre a casse 4x12 Mesa. Dovendo replicare sonorità moderne, una scelta più accessibile potrebbe essere un amplificatore Line 6, Laney o Blackstar. Per l'effettistica, Thomson è solito utilizzare dei preamp dedicati. In ogni caso, in un rig a lui ispirato non possono mancare pedali fuzz, overdrive improntati sul metal, effetti d'ambiente come chorus e delay, pedali whammy e wah. Per le corde, Thomson adotta D'Addario 011, quanto ai plettri, la sua scelta ricade sui Dunlop Jazz III Max Grip 1.38 mm in fibra di carbonio.

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