Classic Rock Italia - Stone Music https://stonemusic.it Il Portale in cui batte un vero cuore rock Thu, 04 Apr 2024 18:58:00 +0000 it-IT hourly 1 https://i1.wp.com/stonemusic.it/wp-content/uploads/2019/05/cropped-favicon-1.png?fit=32%2C32&ssl=1 Classic Rock Italia - Stone Music https://stonemusic.it 32 32 178453812 LARKS’ TONGUES IN ASPIC e la follia dei KING CRIMSON https://stonemusic.it/65719/larks-tongues-in-aspic-king-crimson/ https://stonemusic.it/65719/larks-tongues-in-aspic-king-crimson/#respond Thu, 04 Apr 2024 15:42:16 +0000 https://stonemusic.it/?p=65719 «Oggi considerato un classico del rock progressivo, LARKS’ TONGUES IN ASPIC è un meraviglioso e scioccante pugno nello stomaco» un estratto dallo speciale sui KING CRIMSON!

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“L’idea di LARKS’ TONGUES IN ASPIC apparve per la prima volta a metà del 1971 e rappresentava la direzione verso cui i KING CRIMSON stavano aspettando di muoversi.

Questo in contrasto, ad esempio, con l'idea di Peter [Sinfield] di far muovere i Crimson verso l'area di Miles [Davis]" Sid Smith, In The Court Of King Crimson, Panegyric 2019.

Nell'estate del 1972 Fripp è determinato a portare avanti i King Crimson con in mente qualcosa di completamente diverso dal recente passato. Collins, Boz e Wallace avrebbero voluto continuare con i KC, ma lui ha già in mente altri musicisti capaci di sfidare costruzioni compositive formalmente molto complesse ma allo stesso tempo di mente così aperta da poter affrontare incursioni in territori inesplorati. Il primo a essere reclutato è Bill Bruford, batterista degli Yes, band che sta ottenendo un grande successo con THE YES ALBUM (1971), FRAGILE e CLOSE TO THE EDGE (1972).

Cover art dell'album Larks’ Tongues in Aspic, King Crimson, 1973

Bill si sta interrogando se continuare con loro verso un sempre crescente successo commerciale o intraprendere strade forse meno lucrative ma più gratificanti dal punto di vista della crescita artistica. Per espandere i suoi orizzonti espressivi, Fripp gli affianca Jamie Muir, proveniente dal mondo della libera improvvisazione e che ha già lavorato con luminari come Evan Parker e Derek Bailey. L'apporto creativo di Muir nella band è dirompente e aggiunge un grado di inedita imprevedibilità con strumenti esotici e inso-liti: fogli di metallo, gong, giocattoli, richiami per volatili e catene, che fanno di LARKS' TONGUES IN ASPIC un altro travolgente exploit nel mondo del rock. "Questa band è più King Crimson che mai. Tutti gli ideali e le aspirazioni originali sono presenti: amore rispetto e idee compatibili. È una band magica!" (Fripp, 1972).

Nel nuovo organico, al violino e alle tastiere anche il giovane David Cross - di formazione classica e background country-folk proveniente dalla band Waves - e John Wetton (un compagno di liceo di Robert) che ha appena lasciato i Family, potente bassista con una delle voci più calde del rock. Per i testi viene inizialmente incaricato Muir, che però non riesce nell'intento: "Ci ho provato, ma era assoluta spazzatura. Era terribile, qualcosa di gotico, ero intensamente imbarazzato per questo e gentilmente declinai l'offerta" - Sid Smith, op. cit.

…continua sullo speciale sui KING CRIMSON su Sprea.it e nelle migliori edicole!

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I 50 migliori brani dei GUNS N’ROSES https://stonemusic.it/65705/guns-n-roses-50-migliori-brani/ https://stonemusic.it/65705/guns-n-roses-50-migliori-brani/#respond Tue, 02 Apr 2024 16:16:40 +0000 https://stonemusic.it/?p=65705 Scopri la classifica delle 50 canzoni migliori dei Guns N'Roses secondo noi: ecco un assaggio dall’ultimo numero di CLASSIC ROCK!

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Ecco la nostra classifica dei 50 migliori brani dei GUNS N'ROSES: approfondimenti, opinioni e tutto quello che c'è dietro.

50. Shadow Of Your Love - Single b-side, 1987

Scritta durante il periodo degli Hollywood Rose da Axl Rose e Izzy Stradlin assieme a Paul Tobias, futuro rimpiazzo di Stradlin, è il brano più veloce di tutto il catalogo dei GN’R. Originariamente pensato per LIVE ?!*@ SUICIDE EP (da cui il finto rumore della folla aggiunto in fase di missaggio) e introdotto dal countdown 1-2-3-4 di Rose, dura 3 minuti e 5 secondi a rotta di collo. Rose disse che i modelli erano i Thin Lizzy, ma in effetti Shadow Of Your Love sembra dovere di più ai Motörhead – le contorsioni di Slash alla bottleneck ricordano infatti il contributo di Brian Robertson all’unico disco che fece con le truppe di Lemmy, ANOTHER PERFECT DAY del 1983.

38. Live And Let Die - USE YOUR ILLUSION II,1991

Il classico senza tempo dei Wings dedicato a James Bond subisce il trattamento Axl Rose con risultati epocali.
Luke Spiller (The Struts):
“La cover dei Guns di Live And Let Die non si può trascurare. Era un momento in cui il gruppo era all’apice, e non esitava a crogiolarsi nell’autoindulgenza. Questo brano lo prova. Non solo fare una cover di Paul McCartney (o dei Beatles) significa avere due coglioni così, ma farla e darle un sapore nuovo significa davvero trionfare. È terribilmente thrash, ma anche immensa e intensa allo stesso tempo. Non dimenticherò mai di essere rimasto senza parole dal sound e dal look del gruppo dopo aver visto il video, da ragazzo. Musicalmente McCartney ha molti eredi, vocalmente molti meno. Axl è uno dei pochi che poteva impadronirsi di un brano come questo, e lo ha fatto con classe. Ascoltatela a pieno volume, e ditemi se non è geniale”.

09. Patience - GN’R LIES, 1988

Come già Sweet Child O’ Mine, Patience fu scritta da Axl Rose per la futura moglie, Erin Everly, figlia di Don degli Everly Brothers. Incisa in un’unica sessione, ha il sapore di un demo saltato fuori da un archivio. La voce di Rose si posa su un insieme di acustiche suonate con tocco tranquillo. Il batterista Steven Adler è stato messo a riposo, mentre l’assolo di Slash al minuto 3.25 richiama quello di Mick Taylor su Wild Horses, il classico del 1971 dei Rolling Stones. Il brano si chiude in modo stridente con un Rose ululante che dilata la parola ‘time’ fino a sette secondi. Pubblicato come singolo nell’aprile del 1989, Patience entrò nella Top 5 USA. L’unione di Rose e Erin ebbe meno successo: i due s’incontrarono a una festa, quando Erin, modella, aveva solo 19 anni. Si sposarono in una cappella a Las Vegas il 28 aprile del 1990 e Rose chiese il divorzio quattro mesi dopo. Poi si riconciliò, ma il matrimonio fu annullato nel gennaio 1991. “Erin ed io ci trattavamo di merda”, confessò più tardi. “Ci siamo rovinati la vita a vicenda”…

Testi citati: Paul Rees

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Le parole di Maurizio Becker sul nuovo numero di CLASSIC ROCK https://stonemusic.it/65673/le-parole-di-maurizio-baker-sul-nuovo-numero-di-classic-rock/ https://stonemusic.it/65673/le-parole-di-maurizio-baker-sul-nuovo-numero-di-classic-rock/#respond Thu, 28 Mar 2024 14:38:41 +0000 https://stonemusic.it/?p=65673 Fra ricordi, ribellione e Rock: Maurizio Baker ricorda il caro collega Ernesto Assante e il suo contributo nei suoi giovani anni di carriera, sulla prima pagina del nuovo numero di CLASSIC ROCK.

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"Nel 1981 avevo diciassette anni ed ero nel pieno della febbre del rock and roll; acquistavo tutti i dischi che potevo, leggevo tutte le riviste che rimediavo, andavo a vedere tutti i concerti raggiungibili (anche quelli che non lo erano, per la verità) e naturalmente facevo indigestione di libri di argomento musicale. Quelli della Savelli ormai se li ricorda solo chi ha i capelli grigi in testa: erano agili, economici (3.500 lire) e abbastanza ben distribuiti. A quell’epoca, Ernesto Assante era di poco più grande di me (ventitré anni) ma, per quanto giovanissimo, già dirigeva per la Savelli una collana che faceva parte della serie “La chitarra, il pianoforte, il potere” ed era intitolata “La vera storia del Rock”. Di quei volumetti ne acquistai diversi. In particolare ne ricordo uno dedicato a Le strade del folk, che conteneva scritti di Umberto Fiori, Giovanna Marini (sì, proprio lei), Franco La Polla, Maria Laura Giulietti (mai immaginavo che solo pochi anni dopo l’avrei conosciuta e ne sarei diventato collaboratore e amico), Sergio D’Alesio e Maurizio Petitti. In quel libricino, Ernesto Assante firmò un profilo di Neil Young, inquadrandone in una uindicina di paginette molto ben scritte la figura e l’opera. Fu una lettura utile, di certo una di quelle che contribuirono ad alimentare in me la passione e la voglia di approfondire il mero ascolto di quei dischi che stavano colorando la mia adolescenza. In quel 1981, uno come Assante ai miei occhi era una sorta di divinità irraggiungibile: dopo un periodo a «Paese Sera», era infatti entrato a «la Repubblica», che per tutti noi era il quotidiano più figo e più in linea con gli interessi, il linguaggio e gli orizzonti culturali della nostra generazione. Pur disinteressandomi con ostinazione alla politica, condividevo lo spirito che si respirava nelle pagine di «la Repubblica», e la presenza di firme giovani come quella di Ernesto rafforzava questa sensazione.

Nei successivi trent’anni, Ernesto è diventato uno dei numeri uno del giornalismo musicale italiano: spesso in coppia con Gino Castaldo, ha occupato tutti gli spazi possibili spendendosi senza risparmio sulle pagine del suo quotidiano, ma anche in libri, conferenze, programmi tv, podcast, dirette internet e, intuizione geniale, addirittura affollatissime “Lezioni di Rock”. Se posso dire di aver conosciuto sua moglie, Eleonora Mensi, che lavorava nell’ufficio promozione di una importante casa discografica proprio negli anni in cui io facevo la mia gavetta di rock writer, non potrei dire altrettanto di Ernesto: le nostre strade non si sono quasi mai incrociate, se non occasionalmente e molto di sfuggita – sicuramente per colpa di chi scrive. Eppure, nelle rare volte in cui abbiamo avuto modo di parlare, Ernesto mi ha sempre colpito per la sua affabilità e la sua cordialità, per quel sorriso accogliente e per nulla affettato che tanti amici hanno voluto citare all’indomani della sua improvvisa e scioccante scomparsa, per la sua capacità di ascolto. Il 28 febbraio scorso, insieme ad altri colleghi, ho tentato di entrare nel
Teatro Studio Gianni Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove familiari, amici, conoscenti ed estimatori di Ernesto erano stati convocati per un ultimo saluto. Ma è stato impossibile farlo, perché la sala era piena come un uovo e fuori, negli ampi corridoi del foyer del teatro, si era assembrata una quantità inverosimile di persone. Quella partecipazione così massiccia mi ha impressionato: evidentemente la musica, e il lavoro che si fa su di essa, restano un valore importante anche in questi tempi un po’ distratti. E la passione è ancora percepita come una qualità distintiva. Quella di Ernesto Assante sicuramente lo è stata. So long."

Maurizio Becker

mauriziobecker@stonemusic.it

 

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DAVID BOWIE: L’uomo che vide il futuro https://stonemusic.it/65590/david-bowie-luomo-che-vide-il-futuro/ https://stonemusic.it/65590/david-bowie-luomo-che-vide-il-futuro/#respond Sun, 17 Mar 2024 22:57:40 +0000 https://stonemusic.it/?p=65590 Nel maggio del 1970, Major Tom era diventato una sorta di maledizione per la sua ventitreenne controparte terrestre, DAVID BOWIE…

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Di Bill DeMain

Il successo del singolo Space Oddity, quinto nelle classifiche UK con quasi 150.000 copie vendute, aveva attirato molto più pubblico ai concerti di Bowie e lo aveva messo sotto i riflettori per la prima volta nella sua carriera, iniziata più di sei anni prima. Ma il legame del brano con l’allunaggio dell’Apollo ne aveva fatto un totem che si stava dimostrando sempre più difficile aggirare. Il suo ultimo singolo, The Prettiest Star, scritto per la nuova moglie Angie e con Marc Bolan alla chitarra solista, aveva venduto 800 ridicole copie, e non era neppure lontanamente avvicinato alla classifica. Bowie aveva poi anche altre cose a cui pensare. Ad esempio, la morte del padre, mancato pochi mesi prima a soli 56 anni. E il rapporto con Ken Pitt, che gestiva il suo management, era talmente deteriorato che non vedeva l’ora di liberarsene. Poi, c’era il delicatissimo problema costituito da Terry, il suo fratellastro schizofrenico, che viveva con i suoi genitori.

Dopo la morte del padre di Bowie, la madre, incapace di gestire Terry, lo aveva rinchiuso al Cane Hill Asylum. Bowie andava a trovarlo regolarmente, ma si sentiva sempre più colpevole per non essere risuscito ad aiutarlo di più. In un’intervista rilasciata a «Phonograph» nel 1971, Bowie riassumeva il suo stato in quel momento: “Mi sentivo depresso, senza meta, e pensavo continuamente ‘a che serve tutto questo?’. Era un periodo molto travagliato”. Sotto questo punto di vista, aveva un senso starsene nascosto con Angie nel loro appartamento di Haddon Hall, un vecchio edificio vittoriano a Beckenham. I loro coinquilini erano Tony Visconti, amico e produttore di Bowie, e la sua fidanzata. Il disco che poi diventò THE MAN WHO SOLD THE WORLD nacque dalle loro lunghe conversazioni notturne, che puntualmente vertevano sul bisogno di cambiare obiettivo: dai singoli ai dischi. “Volevamo realizzare un disco art-rock”, dichiarerà Visconti nel libro di Dylan Jones David Bowie: A Life. “All’epoca di SPACE ODDITY non avevamo la minima idea di cosa stessimo facendo…

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Le pagelle (e i voti) della prima serata di Sanremo 2024 https://stonemusic.it/65279/le-pagelle-e-i-voti-della-prima-serata-di-sanremo-2024/ https://stonemusic.it/65279/le-pagelle-e-i-voti-della-prima-serata-di-sanremo-2024/#respond Wed, 07 Feb 2024 00:59:14 +0000 https://stonemusic.it/?p=65279 E’ cominciato il Festival di Sanremo, e si sono esibiti tutti e 30 gli artisti in gara. Tra…

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E’ cominciato il Festival di Sanremo, e si sono esibiti tutti e 30 gli artisti in gara. Tra le gag poco riuscite di Zlatan Ibrahimović, quelle spassose di Fiorello, la redazione di Stonemusic (stasera con potere di voto!) si è concentrata sulla musica, e dalla sala stampa del Roof direttamente dentro l’Ariston, ci da i propri voti.

CLARADiamanti grezzi (5 1/2). Lei bella (bellissima a dir la verità), ma convincente a tratti. Forse un diamante troppo grezzo. Pazzesca la produzione del brano, molto contemporanea.

SANGIOVANNIFiniscimi (7). Rispetto a brani precedenti dell’artista, qui ritroviamo un Sangiovanni meno incisivo ma forse più maturo. Piace molto il suo atteggiamento “scazzato” e apparentemente disinteressato rispetto alla gara… forse troppo però?

FIORELLA MANNOIAMariposa (8). Si presenta sul palco con un abito preziosissimo ma scalza: un ossimoro che si avverte anche nel brano che propone, fatto di contrasti. Una Fiorella nuova che ci piace. Standing ovation meritatissima.

LA SADAutodistruttivo (7). Bene, molto forti. Certo però che un gruppo punk accompagnato dall’orchestra tutta leccata da Sanremo non fa troppo “fuck the system”… dove sono finiti i Sex Pistols?

IRAMATu no (7). Mi ha convinto di più l’esibizione live che la versione registrata. Resta il fatto che questa voce impostata di Irama a me non convince troppo, mi sembra eccessivamente artefatta.

GHALICasa mia (5 1/2). Il testo con poca fantasia gioca sui soliti cliché cari alla trap: la periferia degradata (quale poi?), le sparatorie, il disagio. Film divertente ma stravisto.

NEGRAMARORicominciamo tutto (7). Rivederli fa un po’ effetto “2010”. Brano però buono che avrà un successo anche oltre il Festival.

ANNALISASinceramente (8 1/2). Fortissima, nuovo tormentone radiofonico.

MAHMOODTuta gold (8 1/2). Fa centro di nuovo con un brano tutto da ballare. Otterà un ottimo piazzamento in questo Festival, ma gli basterà questa performance per vincere anche stavolta?

DIODATOTi muovi (7 1/2). Brano molto fine, ben calibrato, testo ottimo (Diodato scrive benissimo e lo sappiamo). Una canzone che merita più ascolti per essere compresa. In generale, anche rispetto a “Fai rumore” (con la quale aveva vinto il Festival 2020) è meno immediata.

LOREDANA BERTE’Pazza (8). Ottimo brano, graffiante. Ritornello fortissimo, super orecchiabile, entra subito in testa e garantirà a questo brano un grande successo radiofonico. Già una hit.

GEOLIERI pe’ me, tu p’ te (5). Mio nonno era uno di poche parole, ma, durante un festival degli anni 90, davanti a una canzone in napoletano, disse: “Ma Sanremo è il festival della canzone italiana, non napoletana”. Ecco.

ALESSANDRA AMOROSOFino a qui (6 1/2). Brano tipicamente “da Amoroso”, otterrà un ottimo successo, ma a me non ha convinto particolarmente. Non ci sono elementi d’innovazione, il testo non è particolarmente travolgente, lei non particolarmente empatica (nonostante ci provi).

THE KOLORSUn ragazzo una ragazza (8). Siamo di fronte a uno di quei tormentoni talmente tormentoni che potrebbero stufare subito. Però così, al primo ascolto, fa ballare e si incolla subito in testa.

ANGELINA MANGOLa noia (7 1/2). Brano molto interessante, costruzione originale. Ad un secondo ascolto convince di più.

IL VOLOCapolavoro (4). Dobbiamo commentare?

BIG MAMALa rabbia non ti basta (6). Sicuramente brava, sicuramente interessante, ma quest’anno la concorrenza è troppo agguerita.

RICCHI E POVERIMa non per tutta la vita (7,5). Iconici, oltre il tempo.

EMMAApnea (9). Una Emma diversa, con un brano dalla produzione super contemporanea. Molto convincente. Merita senz’altro il podio.

RENGA NEKPazzo di te (5). Sanno di due artisti con due storie rilevanti ma che non sono riusciti ad adattarsi ai tempi. Tentativo apprezzabile, ma il risultato… meno.

MR RAINDue altalene (6 1/2). Tutti i pezzi al posto giusto. Però non è nulla di nuovo, assomiglia molto nelle intenzioni e nell’intensità al brano dello scorso anno.

BNKR44 – Governo punk (6+). Bravi, bel ritmo, convincenti. Hanno però di fronte competitors molto più forti e prestanti.

GAZZELLETutto qui (8). Al secondo ascolto mi è piaciuta ancora di più. Però, storicamente, artisti e brani marcatamente “indie” non funzionano troppo per il pubblico di Sanremo. Bel brano ma probabilmente farà fatica a scalare la classifica in questo contesto.

D’ARGEN D’AMICOOnda alta (7 1/2). Spassoso, irriverente. Brano destinato al successo, soprattutto radiofonico. A Sanremo credo si piazzerà a metà.

ROSE VILLAINClick boom (7). Esordiente con un brano sorprendente. La strofa sembra introdurre ad un ritornello completamente diverso e invece… boom, sorpresa!

SANTI FRANCESIL’amore in bocca (7). Buon esordio a Sanremo per il duo reduce da X-Factor.

FRED DE PALMAIl cielo non ci vuole (7+). Nuovo tormentone? Non tanto, ma il brano è bello, ben costruito, entra subito in testa.

MANINNISpettacolare (6). Bel brano d’amore pop, ben costruito, molto (troppo?) tradizionale. Super sanremese. Nella seconda metà della classifica.

ALFAVai (5). Ha una sua fan base affezionata ma questa proposta è molto debole per questo Sanremo. Peccato.

IL TREFragili (5). Orecchiabile ma non va oltre. Testo e produzione non sono particolarmente originali. Anzi, fin troppo consueti e tradizionali.

 

 

 

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Cos’è THE NEXT BIG NIENTE? https://stonemusic.it/65048/the-next-big-niente/ https://stonemusic.it/65048/the-next-big-niente/#respond Tue, 09 Jan 2024 16:25:46 +0000 https://stonemusic.it/?p=65048 THE NEXT BIG NIENTE è un disco libero, pieno di suoni, idee, influenze. Perché i Bud Spencer Blues Explosion volevano ripartire da zero.

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di Antonio Bacciocchi

A cinque anni da VIVI MUORI BLUES RIPETI, il duo romano torna con un album in cui psichedelia, il loro classico rock blues contaminato e una totale libertà espressiva e creativa. A loro la parola.

THE NEXT BIG NIENTE è fortemente sperimentale. Com’è nata l’idea di un album così sperimentale?

Adriano Viterbini: Abbiamo registrato quello che avremmo voluto ascoltare, cercando di coniugare lo spirito live con l’energia che ci caratterizza. È un album duttile dove la musica è voluta mente svincolata dalla forma canzone, ma raccontata con immagini quasi cinematografiche.

C’è molta attitudine psichedelica, ma anche certe sonorità “desert rock” tipo Bombino, Tinariwen o Moda Moctar. È un riferimento?

Adriano: Sono sonorità che fanno parte del presente. Certe cose le abbiamo ascoltate, digerite e fatte nostre. Anche se non volevamo certo fare world music! A noi piace collaborare a progetti diversi dal nostro e di conseguenza quel background poi salta fuori, soprattutto quando fai cose non pensate o progettate.

Ci sono album o gruppi che hanno influenzato THE NEXT BIG NIENTE?

Cesare Petulicchio: Non siamo partiti da nessun progetto prestabilito. Durante la pandemia abbiamo ascoltato moltissima musica. Da quel pessimo  periodo è uscita, in generale, tantissima bella musica, tanti dischi davvero interessanti, e poi dal momento in cui si è ritrovata la libertà e il fatto che fosse come ripartire da zero, ha reso certe produzioni come una specie di nuovo esordio. Da lì abbiamo accumulato tante influenze, suoni, idee. Abbiamo utilizzato elettronica e altro, andando oltre la “normale” canzone.

…tratto da ultimo numero di Classic Rock, disponibile in edicola e online!

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È giusto rifare il trucco a un capolavoro? https://stonemusic.it/64921/riedizioni-opinioni-classic-rock/ https://stonemusic.it/64921/riedizioni-opinioni-classic-rock/#respond Thu, 21 Dec 2023 18:43:37 +0000 https://stonemusic.it/?p=64921 Dalla rubrica "Opinioni" della nostra rivista Classic Rock, ecco a voi l'ultimo dibattito: riedizioni sì, o anche basta?

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Federico Guglielmi: Revisionismo o puntiglio senile?
“L’ultima cosa che vorrei è trovarmi un giorno a fare i conti con chissà quanti altri “redux” di album leggendari”

Il termine “giusto” è sfuggente, specie in riferimento a questioni di questo genere. Non essendoci una legge, una regola scolpita nella pietra, la giustizia dipende dalla visione di ciascuno. Prendiamo come esempio Roger Waters: è “giusto” che abbia deciso di realizzare il REDUX? Per lui, sicuramente sì: quella di THE DARK SIDE OF THE MOON era in larghissima parte la sua musica, aveva voglia di rimetterci mano per attualizzarla, un bel po’ di soldi in più certo non gli facevano schifo e, poi, perché rinunciare al piacere di indirizzare un metaforico ma tonante “sucate!” a Gilmour e consorte? Il punto, semmai, è se fosse opportuno rileggere, reinventare, alterare proprio un album così epocale, così radicato nell’immaginario di più generazioni di cultori dei Pink Floyd e di appassionati di rock. Hai voglia a ripetere, come fanno i seguaci della setta watersiana, che non si dovrebbero paragonare modello e rifacimento e vedere invece il REDUX come un disco nuovo: le canzoni sono quelle e lo stesso artefice dell’opera ha dichiarato l’obiettivo di ricrearle, come del resto rimarcato dal titolo.

Per come la vedo io, le pietre miliari sono monumenti che non andrebbero riadattati ai tempi che cambiano, men che mai da chi detiene il merito della loro ideazione

Cristiana Turchetti: Waters torna sulla luna
“Monet, Degas, Van Gogh, Dalí, per citarne alcuni, ripetevano lo stesso soggetto in più opere e, spesso, esisteva solo una piccola differenza tra i diversi lavori”

“Perché non ri-registriamo DARK SIDE?”, chiede Roger Waters all’inizio della sua nuova versione di Brain Damage, prima di ridere e aggiungere: “È impazzito!”. Forse, in realtà non è stato, per citare la frase di apertura dell’album originale del 1973, “pazzo da fottuti anni”, ma registrare una nuova versione di uno degli album più conosciuti e più venduti di tutti i tempi è davvero un’impresa bizzarra. Molti artisti (ad esempio i Flaming Lips) si sono confrontati con THE DARK SIDE OF THE MOON (ne esiste una versione reggae e perfino una di soli mandolini), considerandolo come un insieme di canzoni, quindi perché non dovrebbe farlo Waters, che è il paroliere e compositore della maggior parte di quelle canzoni? THE DARK SIDE OF THE MOON è stato un album spartiacque per i Pink Floyd. Un disco che, a dispetto del titolo, li ha portati a esplorare lo spazio interiore. La sperimentazione dei Pink Floyd con gli effetti sonori continuava, ma questi ora includevano interviste registrate sui temi della follia, della violenza e della morte. Sembra ancora un po’ irreale che qualcosa di così totalmente pessimistico possa avere avuto un successo commerciale spettacolare. I testi di Waters sono stati criticati come poesia di sesta forma, anche dallo stesso autore, ma la longevità della musica ha dimostrato che trasmettono un messaggio universale. In questa nuova versione dell’album, sul ritmo di Speak To Me, Waters fissa l’agenda recitando con disinvoltura i suoi testi da Free Four: “I ricordi di un vecchio nella sua vecchiaia sono le azioni di un uomo nel suo periodo migliore”. E a 80 anni, Waters è ancora con noi e desideroso di offrire nuove prospettive sul suo lavoro da giovane. L’album del 1973 termina con la criptica battuta finale: “Non esiste un lato oscuro della Luna, davvero. In effetti, è tutto oscuro”, il che mina la serietà di ciò che è accaduto prima – o forse lo amplifica…

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Il party più oltraggioso dei QUEEN, raccontato da chi c’era… https://stonemusic.it/64782/party-queen-jazz/ https://stonemusic.it/64782/party-queen-jazz/#respond Wed, 29 Nov 2023 17:32:19 +0000 https://stonemusic.it/?p=64782 Nel 1978, i QUEEN lanciarono il loro album Jazz con una grande festa di Halloween al Fairmont Hotel di New Orleans. La gente ne parla ancora dopo 45 anni.

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Fonte: Loudersound, di 

Era il 31 ottobre 1978 e i QUEEN stavano lanciando il loro album Jazz a New Orleans con una festa la cui lista degli invitati comprendeva 80 giornalisti arrivati ​​da tutto il mondo e 52 manager della EMI. 

Lo champagne scorreva a fiumi, le coppiette si accoppiavano sotto i tavoli, e l'intrattenimento comprendeva nani ricoperti di carne, spogliarelliste transgender e una donna che fumava sigarette attraverso un improbabile orifizio.

[...] Bob Hart (Responsabile delle PR aziendali, EMI): Il Fairmont era un hotel pulito e moderno, ma con gli alberi finiva per sembrare una foresta scheletrica. Aveva una specie di atmosfera lugubre. 

Tony Brainsby (pubblicista dei Queen) : Masse di rampicanti appesi e inquietanti, fumo di ghiaccio secco e serpenti... 

Bob Gibson : I Queen volevano molta gente di strada. Ricordo che ai tempi c'era molta perversione sessuale underground a New Orleans, cosa che sembrava piacere a Freddie. Abbiamo tenuto i casting per un periodo di tre o quattro giorni e abbiamo assunto un totale di 60 o 70 artisti. Si è presentato ogni tipo di persona, ma abbiamo dovuto tracciare un limite nel momento un cui ragazzo ha preso a morsi la testa di alcuni polli vivi. Molti bar di Bourbon Street dovettero chiudere la sera della festa perché avevamo preso tutti i loro entretainer. 

Sylvie Simmons (corrispondente dagli Stati Uniti, Sounds ) : Sono stata a questa grandiosa sala al Fairmont, dove la prima cosa che ho visto è stata una bottiglia di champagne in un grande secchio d'acciaio, sormontata da una splendida maschera per gli occhi piumata e ricoperta di paillettes da indossare alla festa. Ricordo di essere entrata nella sala da ballo dove dovevano esserci 400 o 500 persone. I tavoli erano imbanditi con piramidi di cibo – gamberetti, ostriche, aragoste, tutti i tipi di carne – come un bizzarro banchetto fantasy medievale per un re. Purtroppo essendo vegetariana non ho potuto mangiarne nulla. Quindi il mio apporto calorico doveva essere liquido. 

Mark Mehler (giornalista, Circus) : Poco prima di mezzanotte l'Olympia Brass Band è arrivata marciando per la sala, accompagnata dai Queen. 

Sylvie Simmons : C'erano spogliarelliste e ballerine esotiche di tutte le denominazioni, donne bellissime, uomini bellissimi. Ce n'era per tutti i gusti. C'erano enormi donne nere con braccia che potevano sollevare 100 kg che portavano minuscole infradito ai piedi, e parecchi nani... 

James Henke (giornalista, Rolling Stone) : …E una donna nuda che fumava sigarette dall'inguine. 

Sylvie Simmons : Era un po' come essere in uno strano film di Fellini. Fu versato champagne senza fine e un'esibizione di carne nuda che andò avanti fino al mattino successivo.

Joe Smith (Presidente, Elektra Records) : Era sicuramente una festa di Freddie. Stava testando i limiti di ciò con cui poteva farla franca. E la gente era un po' stordita, perché non c'era mai stato niente di simile. 

Freddie Mercury : Volevamo che l'atmosfera avesse lo stesso brio sensuale del quartiere francese...

Freddie Mercury:
Freddie Mercury: "Volevamo che l'atmosfera avesse lo stesso brio sensuale del quartiere francese" (Credito immagine: archivio Michael Ochs) via LOUDERSOUND

Brian May : È stato deliberatamente eccessivo. In parte per il nostro divertimento, in parte per quello degli amici, in parte perché è entusiasmante per quelli delle case discografiche – e in parte per il gusto di farlo. 

Bob Gibson : I rappresentanti delle etichette giapponesi e sudamericane sono rimasti stupiti da tutte queste donne, o uomini, o qualsiasi altra cosa nuda. Così Jim Beach e io prendemmo ogni dollaro dell'hotel e tornammo nella sala da ballo con un sacco di soldi, che distribuimmo in modo che la gente potesse fare la cosa tradizionale di mettere i soldi nei perizomi. 

Peter Hince (capo troupe, Queen): Essendo parte della troupe, dovevamo finire di sistemare l'equipaggiamento dopo il concerto, dunque siamo arrivati a metà della festa. Era difficile capire cosa stesse succedendo, c'era solo questa mischia, e ti facevi strada tra la folla e all'improvviso ti imbattevi in ​​donne aggrovigliate con serpenti, o giocolieri, transessuali, tutti i tipi di atti estremi. Tutto stava accadendo allo stesso tempo. Fred firmava i sederi di ragazze nude. 

Bob Hart : C'erano molti nani che passeggiavano ma non, come vuole la leggenda, con vassoi di cocaina in testa. La cosa non sarebbe andata bene a tutti quei dirigenti della EMI. 

Peter Hince : Non ho dubbi che alla festa ci fossero narcotici, ma vassoi di cocaina erano delle vere e proprie stronzate. La gente li avrebbe ripuliti in 10 secondi. 

Roger Taylor : Non è mai successo. Beh, non l'ho mai visto... In realtà, avrebbe potuto essere vero. 

Peter Hince : Tra le pile e pile di cibo sui tavoli, c'era questo enorme mucchio di carne. Ma quando andavi a staccarne una fetta, da sotto usciva un nano. Poi tornava dentro e aspettava la persona successiva. Ricordo alcuni di noi della troupe seduti con tutte queste ragazze che passavano, poi questa bionda è arrivata e si è seduta sulle mie ginocchia, e ho pensato: “Uff! Va bene! Eccoci qua, rock'n'roll." E stava diventando piuttosto affettuosa, mettendomi la lingua nell'orecchio, quando uno dei nostri ragazzi si avvicinò e disse: “È un ragazzo! È un uomo, te lo assicuro." Erano molto convincenti.

 

Fonte: Loudersound, di 

 

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Il nuovo numero di CLASSIC ROCK dedicato a PETER GABRIEL! https://stonemusic.it/64776/classic-rock-dedicato-a-peter-gabriel/ https://stonemusic.it/64776/classic-rock-dedicato-a-peter-gabriel/#respond Tue, 28 Nov 2023 09:25:44 +0000 https://stonemusic.it/?p=64776 Sospirato da oltre vent’anni, il nuovo album di Peter Gabriel
è finalmente tra noi: dodici canzoni nuove di zecca...

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Cracovia, giovedì 18 maggio 2023. All’esterno della Tauron Arena, la struttura per spettacoli più grande della Polonia, il pubblico, in ordinata attesa, non sa esattamente cosa aspettarsi: il concerto di questa sera, infatti, non significa soltanto il ritorno di Peter Gabriel sul palco dal lontano dicembre 2014 (se non si considera il tour americano del 2016 condiviso con Sting), ma anche, presumibilmente, la premiere del suo nuovo disco, che l’artista inglese ha detto chiaramente essere, finalmente, in dirittura d’arrivo. Anzi, cinque nuove canzoni sono già state pubblicate, seppure solo in digitale, a partire dal mese di gennaio, in concomitanza con ogni luna piena, un vecchio pallino di Gabriel.
Quando finalmente le porte dell’arena si aprono e tutti prendono i loro posti, la prima cosa che gli spettatori notano, alle spalle del sontuoso palcoscenico, è un cerchio fosforescente numerato: un vero e proprio orologio, le cui lancette, però, vengono dipinte in tempo reale, dall’interno, da un instancabile omino in tuta arancione armato di pennello, che ovviamente è costretto a cancellarle di continuo per aggiornare l’orario.

D’altra parte, il tempo, per Peter Gabriel, è sempre stato un concetto molto relativo. Fin da quando, durante l’ultimo atto con i Genesis, era in perenne ritardo con i testi, mentre Tony Banks, Mike Rutherford, Steve Hackett e Phil Collins componevano sempre più musica, contribuendo a trasformare quel capolavoro, THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY, in un doppio album.

peter gabriel, classic rock
L’uomo orologio, che ha introdotto i recenti concerti di Peter Gabriel, è un’idea dell’artista olandese Maarten Baas.

Con il passare degli anni, le cose sono ulteriormente precipitate. Nel corso della conferenza stampa milanese del giugno 2000, dove faceva promozione a OVO,
l’album colonna sonora dell’inaugurazione del Millennium Dome (il grande edificio a forma di cupola nella penisola di Greenwich, a sudest di Londra, che ospitava una
grande mostra per celebrare l’inizio del terzo millennio e che oggi si è trasformato nella ben nota O2 Arena), Peter ci scherzò su: “Ho appena compiuto 50 anni. E a questa età si è più lenti”. Ma quando solo due anni dopo, a pochi mesi dalla pubblicazione di UP (settembre 2002), Gabriel annunciò di avere già praticamente pronto il successore e che lo avrebbe intitolato I/O, tutti andarono in fibrillazione. In realtà solo oggi I/O è un oggetto tangibile, un progetto costruito in 21 anni fatti di tanta pazienza. Da parte dell’artista, e ancor più dei suoi esausti ammiratori. 

In verità anche l’intervallo tra UP e il suo predecessore, US del 1992, era stato esagerato. Ma in quel caso le distrazioni per Gabriel erano state tante: un lungo tour, poi il progetto OVO e infine la colonna sonora del film Rabbit Proof Fence, ribattezzata, nella versione discografica, LONG WALK HOME (terza soundtrack dopo BIRDY e lo splendido PASSION). Solo che, nei sette anni di lavorazione di UP, il mondo del rock era stato rivoltato come un calzino, con l’esplosione e l’implosione di generi e sottogeneri tra cui il grunge, il prog metal, il post rock, il new punk, il rap, l’elettronica, il Britpop e innumerevoli altri. In risposta a tutto questo, Gabriel se ne uscì con un disco intenso, ma molto cupo. “Se lo riascolto”, disse, “mi rendo conto che contiene diverse canzoni tristi. Ho sempre trovato più difficile scrivere musica allegra che malinconica, ma personalmente sto molto bene al momento, e credo che questo disco lo testimoni più dei due precedenti. Del resto, nel trittico SO, US, UP [messi insieme, i tre titoli suonano tipo: ‘e allora, tutto bene?, nda] c’era una specie di inno alla guarigione, che volevo far risaltare”. Guarigione dal dolore e dai lutti (i testi di I Grieve e No Way Out parlano chiaro), ma anche dalla paura (Darkness invita ad affrontarla, anziché scacciarla). E poi guardare il futuro con ottimismo, forte di una nuova relazione affettiva: in quello stesso 2002, Gabriel si era risposato con Meabh Flynn, già assistente degli studi Real World, che gli avrebbe dato due figli, Isaac e Luc.

Ma I/O, invece? Nel frattempo, Gabriel è diventato nonno e Meabh è miracolosamente guarita da una brutta malattia. Ma lui ha perduto entrambi i genitori, sebbene in tardissima età. E se a papà Ralph ancora in vita aveva fatto in tempo a dedicare la toccante Father Son del 2000, con la mamma rimedia con il brano And Still, contenuto proprio in I/O. “Volevo scrivere una melodia a cui sono sicuro che mia madre avrebbe reagito”, spiega. E non c’è dubbio che la signora Irene, che suonava il pianoforte e aveva trasferito al figlio i geni musicali, avrebbe certamente gradito l’omaggio. A 73 anni, ormai quasi 74, ci si può permettere dei sentimentalismi. Anche a rischio di apparire fuori moda, come nel caso di Love Can Heal: “L’amore può guarire sembra un vecchio slogan hippy, ma credo sia un elemento fondamentale: se ci rendessimo conto che la vera interazione nasce dal dare, avremmo tutti molte più possibilità di fare del bene e di essere in grado di offrire di più”. Sentimenti analoghi che permeano anche This Is Home: la casa come rifugio, dove unirsi in un abbraccio con le persone amate. E tutto il resto, là fuori, non conta...

 

…Continua sull’ultimo numero di Classic Rock, disponibile in edicola e online!

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I CURE in viaggio in Italia sull’Orient Express, nel 1986 https://stonemusic.it/64752/i-cure-in-viaggio-in-italia-sullorient-express-nel-1986/ https://stonemusic.it/64752/i-cure-in-viaggio-in-italia-sullorient-express-nel-1986/#respond Sat, 25 Nov 2023 17:59:10 +0000 https://stonemusic.it/?p=64752 Guarda i Cure in treno verso Venezia mentre suonano i loro brani più famosi, in questo filmato d’archivio della televisione britannica! Sai perchè stavano raggiungendo il nostro paese, nell’86?

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Per i Cure, il 1986 si sarebbe rivelato un anno decisivo. Dopo aver ottenuto i primi 30 successi nel Regno Unito nel 1985 con i singoli In Between Days e Close To Me, la band di Robert Smith fu selezionata, insieme a Psychedelic Furs e Level 42, per suonare come headliner al Glastonbury Festival del 1986: biglietti, che comprendevano anche le esibizioni dei The Pogues, Madness e, per inciso, i Waterboys e i Simply Red avevano un prezzo di £ 17. Oh, quale estate si sarebbero passati i ragazzi inglesi nel 1986.

Quell'agosto, in riconoscimento della loro crescente popolarità nell'Europa continentale, il gruppo ha anche filmato uno spettacolo di 23 canzoni in tre notti al Théâtre Antique d’Orange, un anfiteatro romano del I secolo da 8.000 posti nella campagna francese. Quel film-concerto sarebbe successivamente distribuito nell’anno successivo.

Prima di ciò, tuttavia, il quintetto - Smith, il chitarrista/tastierista/sassofonista Porl Thompson, il bassista Simon Gallup, il tastierista Lol Tolhurst e il batterista Boris Williams - era stato prenotato per suonare uno spettacolo unico a Verona, in Italia, il 22 maggio. Essendo che negli ultimi 18 mesi le pause fra i vari concerti scarseggiavano, la band ha scelto di viversi questa data italiana con un mood vacanziero, e invece di salire a bordo di un tour bus con roadies pelosi, hanno scelto di recarsi allo spettacolo in un modo un po' più elegante, con le loro affascinanti amiche gotiche al seguito, sul famoso Orient Express. Ad unirsi a loro nel viaggio c'era anche Mark Ellen, l'ex redattore della rivista Smash Hits e ora presentatore del programma musicale della BBC Whistle Test, che sembrava piuttosto divertito dal fatto che una rock band dovesse scegliere di viaggiare in modo così raffinato.

Nel segmento Whistle Test i Cure vengono immortalati per la prima volta mentre eseguono lo standard folk-country americano Home on the Range con una chitarra acustica attorno al tavolo di un vagone ristorante. Un Robert Smith dall'aspetto da ragazzino poi offre un suo brontolio comico lamentandosi educatamente che il suo rotolo di salmone scozzese affumicato ripieno di gamberi gli è stato portato via mentre stava facendo un'altra intervista: poi minaccia di rimediare a questa umiliazione optando per prosciutto e profiteroles come dessert. 

Si sospetta che, una volta raggiunta Verona, i Cure abbiano avuto più che da ridire perchè il loro concerto era stato cancellato. Un vero peccato. Ma comunque, non una totale sconfitta per loro, che hanno avuto più tempo per visitarsi il nostro paese in tranquillità: probabilmente una buona pizza ha alleviato parte del dolore di questa delusione. Chi ha detto che la vita è tutta rovina e tristezza per i goth?

Fonte: Loudersound, di Paul Brannigan

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AXL ROSE accusato di violenze sessuali https://stonemusic.it/64741/axl-rose-accusato-di-violenze-sessuali/ https://stonemusic.it/64741/axl-rose-accusato-di-violenze-sessuali/#respond Thu, 23 Nov 2023 16:24:06 +0000 https://stonemusic.it/?p=64741 AXL ROSE è stato accusato di violenze sessuali dall'ex-modella di Penthouse Sheila Kennedy.

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AXL ROSE è stato accusato di violenze sessuali dall'ex  modella di Penthouse Sheila Kennedy. Le accuse sono state esposte in una causa depositata ieri presso la Corte Suprema di New York.

Secondo gli atti giudiziari ottenuti da Rolling Stone, la presunta aggressione ebbe luogo nel 1989, dopo che Kennedy incontrò Rose in una discoteca.

Kennedy sostiene di aver accettato di partecipare a una festa nella suite dell'hotel di Rose, dove lei e gli altri ospiti stavano abusando di cocaina e alcol. La causa afferma che Rose "ha spinto Kennedy contro il muro e l'ha baciata" dopo essere andata in bagno, e che "Kennedy trovava Rose attraente e non ha dato peso a questo incontro. Era disposta a dormire con lui se le cose fossero andate avanti nel verso giusto".

La causa prosegue affermando che Rose in seguito fece sesso con un'altra modella mentre Kennedy era nella stanza, e che "Rose era aggressiva, sembrava stesse provando dolore" Kennedy affermò anche che Rose stava "incoraggiando il sesso di gruppo".

Kennedy si sentì a disagio e lasciò la stanza con un altro ospite, il futuro conduttore di MTV Riki Rachtman. L'accusa sostiene di aver sentito il rumore di un vetro infranto e di aver riferito che Rose urlava “Sei una fottuta puttana. Vattene da qui, cazzo."

La causa afferma che Rose si è poi diretto verso la stanza di Rachtman e ha attaccato Kennedy, sostenendo che "Mentre Kennedy era a terra, Rose l'ha afferrata per i capelli e l'ha trascinata attraverso la suite nella sua camera da letto".

"Kennedy giaceva sul letto con le mani legate dietro la schiena, sanguinante, vulnerabile e sola con Rose mentre lui era in preda a una rabbia sessuale instabile", continua l'accusa. "Kennedy aveva appena visto Rose fare sesso violentemente con un'altra donna. Ha trascinato Kennedy nella sua camera da letto come un uomo delle caverne e ha agito con furia incontrollata. Rose le aveva fisicamente impedito di andarsene. Kennedy era intrappolata." 

La causa prosegue affermando che Rose avrebbe poi penetrato con la forza l'ano di Kennedy con il suo pene. Sebbene la causa di Kennedy sia stata intentata poco prima del termine di prescrizione delle denunce per cattiva condotta sessuale nelle cause civili – cui si è rinunciato per 12 mesi nel novembre 2022, secondo i termini dell'Adult Survivors Act di New York – lei ha descritto dettagliatamente la presunta aggressione già due volte: nella sua autobiografia del 2016,  No One's Pet,  e in  Look Away,  un documentario del 2021 che metteva in luce cattiva condotta sessuale nell'industria musicale.

Louder ha contattato i rappresentanti di Rose per un commento e ha ricevuto una dichiarazione dal suo avvocato, Alan S. Gutman della Gutman Law di Los Angeles.

"In parole povere, questo incidente non è mai accaduto", afferma Gutman. "In particolare, queste accuse fittizie sono state presentate il giorno prima della scadenza del termine per la presentazione dello Stato di New York. "

Sebbene non neghi la possibilità dell'esistenza di una foto che ritragga il mio cliente con la querelante scattata dai fan, il signor Rose non ricorda di aver mai incontrato o parlato con la querelante, e non ha mai sentito parlare di queste accuse fittizie prima di oggi." 

"Il signor Rose è fiducioso che questo caso sarà risolto a suo favore." 

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Scopri l’unica data italiana 2024 dei METALLICA https://stonemusic.it/64680/scopri-lunica-data-italiana-2024-dei-metallica/ https://stonemusic.it/64680/scopri-lunica-data-italiana-2024-dei-metallica/#respond Wed, 15 Nov 2023 18:38:24 +0000 https://stonemusic.it/?p=64680 I METALLICA torneranno in Italia per un’unica data estiva nel maggio 2024, sul palco degli I-Days a Milano! Scopri gli altri artisti che si esibiranno quel giorno…

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I METALLICA conquisteranno il palco degli I-Days Milano all’Ippodromo Snai La Maura mercoledì 29 maggio con il loro show più imponente mai visto in Italia, imperdibile per gli amanti della musica di tutte le generazioni.

Quello dei Metallica agli I-Days Milano 2024 sarà un esclusivo e immenso concerto che James Hetfield, Lars Ulrich, Kirk Hammett e Robert Trujillo porteranno a un numero limitatissimo di festival europei la prossima estate per il loro M72 Tour, accompagnati da un palco spettacolare sulla scia di quello visto al Power Trip di Indio in California lo scorso ottobre e che ha lasciato tutti a bocca aperta, e con l’iconico “snake pit”.

Un’occasione imperdibile per i fan della band per intraprendere un viaggio in musica con canzoni immortali che hanno fatto la storia del metal e della musica oltre ai brani dell’ultimo e dodicesimo album “72 Seasons” pubblicato nel mese di aprile.

La conferma della partecipazione dei METALLICA agli I-Days Milano 2024 fa seguito all’annuncio nelle scorse settimane della partecipazione dei GREEN DAY, dei co-headliner AVRIL LAVIGNE SUM 41 con i SIMPLE PLAN e di TEDUAprimo headliner italiano nella storia della manifestazione dopo lo straordinario successo del suo tour nei palasport.

Gli I-Days Milano sono diventati negli anni garanzia di un cast artistico di alto livello e sempre attuale che risponde alle esigenze di un pubblico eterogeneo davvero appassionato di musica e ogni giorno più attento e variegato.

Nato nel 1999 e inizialmente noto come Independent Days Festival, l’I-Days ha ospitato fin dagli esordi grandi nomi della musica mondiale: Arcade Fire, Arctic Monkeys, Blink 182, Green Day, Imagine Dragons, Justin Bieber, Kasabian, Liam Gallagher, Linkin Park, Manu Chao, Muse, Nine Inch Nails, Noel Gallagher's High Flying Birds, Pearl Jam, Placebo, Queens Of The Stone Age, Radiohead, Sigur Ros, Sonic Youth, The Killers, The Offspring, Tool, Velvet Revolver.

L'edizione 2023 ha visto alternarsi sul palco FLORENCE + THE MACHINE, ROSALÌA, PAOLO NUTINI, TRAVIS SCOTT, LIAM GALLAGHER, THE BLACK KEYS, RED HOT CHILI PEPPERS e gli ARCTIC MONKEYS.

 

BIGLIETTI IN VENDITA

BIGLIETTI DISPONIBILI IN PREVENDITA MY LIVE NATION DALLE ORE 12.00 DI VENERDÌ 17 NOVEMBRE

VENDITA GENERALE DALLE ORE 12.00 DI LUNEDÌ 20 NOVEMBRE SU TICKETMASTER, TICKETONE E VIVATICKET

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Cos’hanno in comune i BLACK SABBATH e Napoleone? https://stonemusic.it/64618/black-sabbath-e-napoleone/ https://stonemusic.it/64618/black-sabbath-e-napoleone/#respond Wed, 08 Nov 2023 17:34:38 +0000 https://stonemusic.it/?p=64618 Un match inaspettato quello dei BLACK SABBATH e Napoleone, che prenderà presto vita sugli schermi…

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All'inizio di quest'anno, la Sony Pictures ha caricato il primo trailer del prossimo film di Ridley Scott, Napoleon. Con Joaquin Phoenix nei panni del piccolo tiranno conquistatore, il trailer era accompagnato da alcune sezioni della colonna sonora del film, del compositore Martin Phipps.

Come vuole Hollywood, due settimane fa è stato pubblicato un secondo trailer e non c’è traccia della musica del primo. Invece, agli spettatori viene offerta una versione unica del classico War Pigs dei Black Sabbath , con la voce originale di Ozzy intrisa di riverbero su archi opportunamente epici. Il resto della band non si sente da nessuna parte, ma è un abbinamento efficace.

Questa non è una novità: versioni modificate di War Pigs hanno fatto da colonna sonora al trailer del videogioco Gears Of War 3 del 2011 e dello spy thrillerThe King's Man del 2019. La canzone si presta semplicemente a un uso così epico. 

"Nel trailer di un film ambientato più di 200 anni fa, puoi sentire un Ozzy cristallino cantare i testi di Geezer nella canzone contro la guerra War Pigs ", dice il manager originale dei Black Sabbath, Jim Simpson, che si occupava della band all’epoca in cui la canzone è stata originariamente registrata.  'Generals gathered in their masses, just like witches at black masses’ …sembra assolutamente perfetto. 

"La prova definitiva del fascino duraturo dei Sabbath è che hanno ancora un esercito di fan in tutto il mondo, appartenenti a gruppi di età e culture diverse. Come Beethoven, Mozart e tutti gli altri grandi compositori, potete immaginare i Sabbath realizzati a Birmingham. Sono certo che la loro musica sarà ancora suonata e apprezzata anche tra 200 o più anni nel futuro."

Simpson, ormai ottantenne, lavora ancora a Birmingham e gestisce l'Henry's Blueshouse all'O Bar, di fronte alla panchina ufficiale dei Black Sabbath .

 
Fonte: Loudersound, di  Fraser Lewry 

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AC/DC: i migliori supporter del mondo | CLASSIC ROCK ANNI 80 https://stonemusic.it/64589/ac-dc-i-migliori-supporter-del-mondo-classic-rock-anni-80/ https://stonemusic.it/64589/ac-dc-i-migliori-supporter-del-mondo-classic-rock-anni-80/#respond Sat, 04 Nov 2023 14:50:11 +0000 https://stonemusic.it/?p=64589 A volte il gruppo spalla è più apprezzato degli headliner, come è successo agli AC/DC...

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di Maurizio Maus Principato

Venerdì 5 maggio del 1978 Powerage uscì in Europa e il 25 maggio negli Stati Uniti. Il 26 aprile, gli AC/DC avevano già dato inizio al tour promozionale nel Regno Unito presso il Civic Hall di Wolverhampton. Gli otto concerti previsti inizialmente divennero trenta. Nella quasi totalità delle date si trattò di clamorosi sold out. Agli apprezzamenti dei fan, che aumentavano giorno dopo giorno, si unirono quelli di colleghi autorevoli (alcuni anni dopo, Keith Richards dichiarerà al magazine «Kerrang!»: “Gli AC/DC fanno sul serio e si sente, hanno lo spirito giusto”). Il Powerage Tour americano prese il via l’8 giugno all’Omni di Atlanta (Georgia) e andò avanti per settanta date, fino al 3 ottobre (al Coliseum di Fort Wayne, Indiana). Joe Perry degli Aerosmith era un estimatore della band: “Aprivano i nostri show e io assistevo quasi sempre ai loro concerti. Sapevano portare il rock’n’roll agli elementi di base. Erano fantastici”. Ogni volta gli AC/DC davano il massimo.  Salivano sul palco con un obiettivo ben preciso” ha spiegato Mark Opitz,“Catturare il pubblico e far sparire il gruppo o i gruppi che avrebbero suonato dopo di loro, non importa se si trattava di Van Halen, Foreigner o Aerosmith”. Il manager di questi ultimi, Peter Mensch (che in seguito diventò manager della band australiana) disse: “La gente veniva per ascoltare gli Aerosmith e se andava parlando entusiasta degli AC/DC”.

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Bruce Springsteen sul prossimo numero di CLASSIC ROCK! https://stonemusic.it/63642/bruce-springsteen-classic-rock/ https://stonemusic.it/63642/bruce-springsteen-classic-rock/#respond Sun, 16 Jul 2023 13:09:55 +0000 https://stonemusic.it/?p=63642 La cover story di Classic Rock n.127, in uscita il 27 luglio, è dedicata uno degli autori più importanti della storia: the Boss, Bruce Springsteen.

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Le argomentazioni dei detrattori mi affascinano e mi sbalordiscono. Quando dico “detrattori” intendo quei polemici toutcourt, quei nerd musicofili che si alzano la mattina animati dal (sacro?) fuoco di dimostrare prevalentemente sui social network di saperne più degli altri, di sapere da prima. Ecco, i loro argomenti, i loro strali, mi incuriosiscono sempre e non di rado mi spiazzano. A Bruce Springsteen, per esempio, qualcuno con sufficienza rimprovera di non aver inventato niente. Mica male come accusa, se non fosse che nella musica, e forse in particolare nel rock, quasi nessuno ha inventato alcunché perlomeno dagli anni ’60. Certo, non mancano le eccezioni, i precursori ai quali riconoscere il giusto tributo, per esempio i capostipiti dei molti sottogeneri che compongono la nostra galassia musicale. Ma attualizzare, reinterpretare, rileggere, rinfocolare, impreziosire, portare a nuova vita, accendere di spirito nuovo, è soprattutto questo che hanno fatto i grandissimi del rock.

E il Boss non fa eccezione, lui che ha raccolto il testimone di Woody Guthrie e Bob Dylan, regalando una proiezione nuova al canto degli sconfitti e dei delusi, facendosi paladino delle periferie d’America e, per estensione, del mondo. Bruce Springsteen, il ragazzo venuto in pullman dal New Jersey con niente in tasca e la chitarra in spalla, senza nemmeno il fodero. Bruce con la faccia da attore, i jeans sudici e la canottiera. Probabilmente Springsteen non ha inventato niente, eppure nessuno come lui ha fatto convergere folk d’autore e AOR, pulsioni letterarie (ma scevre dall’intellettualismo di certo folk revival) e urgenza espressiva. In questo numero vogliamo celebrare i 50 anni di carriera artistica del Boss, dal primo provino con John Hammond fino alle ultime produzioni, cioè dal 1972 a oggi.

Fabio Cormio

 

Leggi il nuovo numero di Classic Rock n.127! Dal 27 luglio in edicola e online.

 

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O.R.k. e Lizzard insieme per tre date in Italia https://stonemusic.it/61849/ork-lizzard-date-italia/ https://stonemusic.it/61849/ork-lizzard-date-italia/#respond Wed, 11 Jan 2023 11:13:07 +0000 https://stonemusic.it/?p=61849 Il supergruppo italiano, che ha appena pubblicato il suo quarto album, avrà come co-headliner il trio francese Gli O.R.k.,…

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Il supergruppo italiano, che ha appena pubblicato il suo quarto album, avrà come co-headliner il trio francese

Gli O.R.k., supergruppo fondato da Lorenzo Esposito “LEF” Farnasari, accompagnato da Carmelo Pipitone (Marta sui Tubi), Pat Mastelotto (batterista dei King Crimson) e Colin Edwin (ex bassista dei Porcupine Tree), annunciano per la prossima primavera tre date in Italia a supporto del nuovo album “Screamnasium”.  Co-headliner saranno i Lizzard, solido trio francese alternative rock. Gli appuntamenti dal vivo saranno martedì 18 aprile al Legend Club di Milano, mercoledì 19 aprile al Traffic Live di Roma e giovedì 20 aprile all’Alchemica di Bologna. Le prevendite per le date di Milano e Roma sono già disponibili sui circuiti ufficiali TicketOne e Mailticket, per la data bolognese è necessario contattare la mail prevendite alchemicainfoprev@gmail.com.

Screamnasium” è il quarto disco in studio degli O.R.k. pubblicato dalla label KScope e giunge a tre anni di distanza dal precedente e acclamato “Ramagehead”. “As I Leave” è il singolo d’apertura del nuovo lavoro che trasmette all’ascoltatore una forma distillata dello spirito degli O.R.k. La voce potente di Lef, il riffing energico di Carmelo Pipitone, l’accompagnamento ritmico creativo di Pat Mastelotto e i toni di basso distintivi di Colin Edwin infondono a “Screamnasium” un’intensità rinnovata e una nuova luminosità. I livelli di energia sono mantenuti per tutti i 42 minuti di durata dell’album, mentre gli O.R.k. sostengono la causa dell’ottimismo, della tolleranza e dell’empatia.
Un momento particolare è “Consequence”, in cui Lef si confronta con il fenomeno vocale Elisa e “Someone Waits”, il brano di chiusura, che vede la partecipazione della virtuosa violoncellista Jo Quail. 

Il duo creativo composto dal direttore artistico vincitore di un Grammy Adam Jones (dei Tool) e dall’illustratore della Marvel/DC Comics Denis Rodier si è occupato della grafica e dell’impaginazione dell’album, creando un’opera iconica con un’immagine di impatto, mentre il mixaggio e il mastering sono stati affidati a Machine (Lamb of God, King Crimson, Clutch).

L’ultimo lavoro del trio alternative metal LIZZARD è “Eroded“, quarto album della formazione francese, un crogiolo di riff rinvigorenti, groove pesanti e orecchiabili linee vocali. Il lavoro è stato registrato con Rhys Fulber a Los Angeles (Paradise Lost, Fear Factory) e mostra schemi ritmici a volte intricati, ma sempre intessuti in canzoni immensamente orecchiabili. Il risultato è per fan di Tool, Deftones, Karnivool e King Crimson.

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Tutto Gaber: a vent’anni dalla scomparsa, Maratona Gaber https://stonemusic.it/61818/tutto-gaber-a-ventanni-dalla-scomparsa-maratona-gaber/ https://stonemusic.it/61818/tutto-gaber-a-ventanni-dalla-scomparsa-maratona-gaber/#respond Thu, 29 Dec 2022 10:56:54 +0000 https://stonemusic.it/?p=61818

In occasione del ventennale della scomparsa di Giorgio Gaber, la Fondazione a lui titolata, la RAI e la Televisione Svizzera Italiana, propongono una maratona di immagini della durata di 24 ore nel corso della giornata del primo gennaio 2023. DA MEZZANOTTE A MEZZANOTTE, una lunga maratona di filmati unici destinati a tutti quelli che proprio nella ricorrenza della sua scomparsa abbiano piacere di avere la compagnia dell’amatissimo Signor G e della forza inesauribile del suo lavoro. 

Per la prima volta dalla scomparsa dell’artista, una parte significativa e consistente della documentazione video di Giorgio Gaber e del suo Teatro Canzone, raccolta grazie all’attività della Fondazione, viene proposta al pubblico. Una lunga sequenza senza ordine cronologico, con estratti significativi in prosa e in musica riferiti a trent’anni di Teatro Canzone.

Dalle prime apparizioni televisive della Svizzera Italiana, con il Signor G, alle retrospettive registrate nel 1980 al Teatro Lirico (ora Teatro Lirico Giorgio Gaber!), agli spettacoli degli anni ’80 e ’90 nei più importanti teatri italiani, alla produzione video voluta dallo stesso Gaber e realizzata a Pietrasanta nel 1991. Una testimonianza approfondita e suggestiva di quel Teatro Canzone scritto con Sandro Luporini che ha reso Giorgio Gaber un protagonista indiscusso non solo dello spettacolo ma anche della recente storia della cultura italiana.

La maratona Gaber “Tutto Gaber” sarà disponibile in free streaming per 24 ore sul sito e sul Canale YT della Fondazione, per consentire a tutti accesso libero e anche perché è soprattutto ai giovani che il lavoro divulgativo della Fondazione Gaber si rivolge.

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“MARIAH CAREY: MERRY CHRISTMAS TO ALL!” un concerto speciale disponibile dal 24 dicembre https://stonemusic.it/61774/mariah-carey-merry-christmas-to-all-un-concerto-speciale-disponibile-dal-24-dicembre/ https://stonemusic.it/61774/mariah-carey-merry-christmas-to-all-un-concerto-speciale-disponibile-dal-24-dicembre/#respond Wed, 21 Dec 2022 09:38:56 +0000 https://stonemusic.it/?p=61774

La regina del Natale trasmetterà l'allegria delle feste con performance da non perdere delle sue hit natalizie. Ecco come seguire il concerto!

Il concerto speciale di due ore sarà trasmesso su MTV Music (canale Sky 132 e 704) sabato 24 dicembre alle 22.00, su MTV (canale Sky 131 e in streaming su NOW) sabato 24 Dicembre alle 23.00 e su VH1 (canale 167 DTT, 22 Tivùsat e Sky canale 715) domenica 25 dicembre alle 19.00. L’evento musicale sarà disponibile prossimamente anche su Paramount+.

Girato a New York City, nella famosissima arena del Madison Square Garden, il concerto speciale vedrà la cantautrice esibirsi in un repertorio di successi natalizi, tra cui il brano "All I Want for Christmas Is You", in vetta alle classifiche. Mariah Carey è autrice, imprenditrice, filantropa, produttrice e pluripremiata artista e autrice di canzoni. È l'artista femminile che ha venduto di più, con oltre 200 milioni di album venduti fino ad oggi e 19 singoli al primo posto della Billboard Hot 100 (18 dei quali scritti da lei stessa).

Mariah Carey è stata inoltre inserita nella Songwriters Hall of Fame ed è stata premiata con diversi Grammy Awards, numerosi American Music Awards, tre Guinness World Record, entrambi i premi Billboard Artist of the Decade e Icon, il World Music Award per l'artista femminile che ha venduto di più del millennio, l'Ivor Novello Award per il PRS for Music Special International Award e l'Icon Award di BMI per i suoi straordinari risultati nel campo della composizione di canzoni, solo per citarne alcuni.

MARIAH CAREY: MERRY CHRISTMAS TO ALL! è una coproduzione di Sony Music Entertainment e Supply & Demand. Mariah Carey, Joseph Kahn, Charleen Manca e Nicola Doring sono i produttori esecutivi. Sony Music Entertainment distribuisce lo speciale.

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Da Bob Dylan a Keith Richards, alla scoperta delle grandi rockstar su Netflix https://stonemusic.it/61693/da-bob-dylan-a-keith-richards-alla-scoperta-delle-grandi-rockstar-su-netflix/ https://stonemusic.it/61693/da-bob-dylan-a-keith-richards-alla-scoperta-delle-grandi-rockstar-su-netflix/#respond Mon, 12 Dec 2022 14:22:22 +0000 https://stonemusic.it/?p=61693

Le piattaforme di streaming audio e video hanno radicalmente cambiato le nostre abitudini in fatto di fruizione di musica, film e tanti altri contenuti, offrendoci la possibilità di avere sempre a disposizione i nostri prodotti preferiti con un tocco di telecomando, un click al PC o un tap sullo schermo dello smartphone. Questa nuova opportunità coinvolge tutti, inclusi gli appassionati di musica che oltre a poter accedere all'ascolto di brani on demand possono trovare anche tanti approfondimenti interessanti sulle più grandi pop e rockstar: il catalogo Netflix, per esempio, propone diversi titoli da non perdere.

Keith Richards

La rivoluzione dello streaming su PC, smartphone e smart TV

Con la diffusione sempre più capillare della banda larga, internet è ormai per tutti uno strumento di fondamentale importanza non soltanto per informarsi e comunicare, ma anche per godere dei contenuti più interessanti on demand, ossia su richiesta. La principale differenza tra le piattaforme di streaming e i tradizionali canali TV o radio, infatti, risiede proprio nel fatto di non dover sottostare a una programmazione predefinita dall'emittente ma di poter anzi scegliere in qualsiasi momento cosa guardare o ascoltare.

Questo cambiamento è alla base del successo degli operatori del settore, che mettendo a disposizione ampi cataloghi di produzioni musicali, cinematografiche e televisive riescono ad avvicinarsi nella maniera più efficace ai bisogni degli utenti personalizzando la loro esperienza. Ciò ha contribuito al boom di molte serie TV, apprezzate dagli spettatori senza vincoli di giorni e orari, ma anche di altre particolari produzioni, come quelle dei canali di video tutorial, e di attività ludiche come il poker, la cui copertura mediatica è nettamente cresciuta grazie soprattutto alla piattaforma Twitch e alla trasmissione quotidiana di eventi di genere.

In questo vasto calderone troviamo anche serie di approfondimento e documentari, tra i quali spiccano alcuni prodotti dedicati a veri e propri miti del mondo musicale: ecco quelli da non perdere su Netflix.

Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story by Martin Scorsese

Rolling Thunder Revue è il tour mondiale che ha visto protagonista Bob Dylan e molti suoi amici, come Joan Baez e Patti Smith, tra il 1975 e il 1976, una serie di eventi di rilevanza internazionale oggi raccontati nell'omonimo documentario diretto da Martin Scorsese. L'intera produzione si muove tra registrazioni live, interviste d'archivio e testimonianze fittizie, che creano un indistinguibile mix di racconti veri e inventati, alcuni dei quali riportati dalla voce dello stesso Dylan.

È proprio l'artista statunitense, peraltro, a dichiarare all'inizio del documentario di non ricordare più nulla di quel tour a distanza di oltre 40 anni e di non attribuire alcun significato allo stesso, riprendendo il concetto nel finale e affermando che di quell'esperienza "non resta che polvere". Un racconto tutto da gustare, cercando di distinguere realtà e finzione tra un capolavoro musicale e l'altro.

Keith Richards: Under the Influence

Altro interessantissimo documentario su un personaggio a dir poco controverso, anima insieme a Mick Jagger degli immortali Rolling Stones: parliamo di Keith Richards: Under the Influence, film del 2015 diretto da Morgan Neville che segue il grande chitarrista durante le registrazioni di Crosseyed Heart, suo primo album da solista a oltre 20 anni di distanza da Main Offender del 1992.

Il documentario disponibile su Netflix si presenta come un racconto intimista sulle influenze e le passioni musicali di Richards e su tanti altri ricordi personali, che permettono di conoscere meglio non soltanto l'artista ma anche l'uomo, le cui esperienze di vita sono parte integrante delle creazioni realizzate in più di 60 anni di attività.

Quincy

Pubblicato nel 2018, Quincy è una produzione Netflix originale interamente incentrata sulla figura di Quincy Jones, conosciuto non soltanto come musicista, arrangiatore e produttore, ma anche come attivista per i diritti dei neri d'America. Icona dell'industria musicale per più di 70 anni e vincitore di ben 27 Grammy in carriera, Quincy Jones è divenuto negli anni simbolo dell'emancipazione degli afroamericani, in un'epoca caratterizzata da luci e ombre.

In Quincy, la storia del grande trombettista viene raccontata in maniera avvincente, aprendo anche uno squarcio su tanti eventi della vita privata che hanno permesso a Jones di diventare un simbolo a livello mondiale.

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Red Hot Chili Peppers: il nuovo album “RETURN OF THE DREAM CANTEEN” e l’unica data italiana https://stonemusic.it/61645/red-hot-chili-peppers-il-nuovo-album-return-of-the-dream-canteen-e-lunica-data-italiana/ https://stonemusic.it/61645/red-hot-chili-peppers-il-nuovo-album-return-of-the-dream-canteen-e-lunica-data-italiana/#respond Tue, 06 Dec 2022 11:05:59 +0000 https://stonemusic.it/?p=61645

Ieri l’acclamata rock band RED HOT CHILI PEPPERS ha annunciato il proprio tour 2023, a supporto dei due album numero uno nelle classifiche americane usciti nel 2022 Unlimited Love e Return of the Dream Canteen.

La tappa italiana del tour è prevista per domenica 2 luglio 2023 agli I-DAYS, all’Ippodromo SNAI La Maura di Milano. Dopo la recente nomination ai Grammy per “Black Summer” come Best Rock, la band partirà per un tour di 23 date che partirà il 29 marzo da Vancouver, tra grandi arene e festival in Nord America e in Europa. 

Il tour 2023 dei RED HOT CHILI PEPPERS arriva dopo il loro tour più lungo: 40 date negli stadi che includono show sold out a Londra, Parigi, Los Angeles etc. Artisti come A$AP Rocky, Anderson .Paak, Beck, HAIM sis ono uniti alla band in tour nel 2022. Dopo il tour in Nord America ed Europa quest’anno, i RED HOT CHILI PEPPERS continueranno a gennaio 2023 con otto date tra Nuova Zelanda e Australia, con Post Malone.

Come dimostrano i due album in cima alle classifiche di vendita negli Stati Uniti, i RED HOT CHILI PEPPERS sono la prima rock band in 17 anni a raggiungere questo risultato. Infatti, Return of the Dream Canteen ha raggiunto la prima posizione nella Billboard Top Album Sales Chart, così come il precedente Unlimited Love aveva fatto in aprile. Entrambi gli album sono stati prodotti dal collaboratore di lunga data dei RHCP, Rick Rubin. L’ultimo disco ha raggiunto il numero uno in classifica in diversi paesi nel mondo.

I RED HOT CHILI PEPPERS hanno di recente preso parte al prestigioso Global Icon Award, e si sono esibiti agli MTV VMAs. Il loro singolo numero uno in classifica “Black Summer” ha vinto il premio per Miglior Video Rock. Quest’anno la band ha guadagnato anche una nomination agli MTV Europe Music Awards come Best Rock e ricevuto tre nomination agli AMAs come "Favorite Rock Artist," "Favorite Rock Album" per Unlimited Love e "Favorite Rock Single" per "Black Summer."

Nato nel 1999 e inizialmente noto come Independent Days Festival, l’I-DAYS ha ospitato grandi nomi della musica internazionale come: Arcade Fire, Arctic MonkeysBlink 182, Green Day, Imagine DragonsJustin Bieber, Kasabian, Liam Gallagher, Linkin Park, Manu Chao, Muse, Nine Inch Nails, Noel Gallagher's High Flying Birds, Pearl Jam, Placebo, Queens Of The Stone Age, Radiohead, Sigur Ros, Sonic Youth, The Killers, The Offspring, Tool, Velvet Revolver. Ad oggi I-Days detiene il record di paganti ad un festival italiano con oltre 210.000 presenze all'edizione del 2017 tenutasi al Parco di Monza - Autodromo Nazionale.

red hot chili peppers

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